Il Borsino Granata / Ecco chi sale e chi scende nel Toro di Giampaolo dopo la sconfitta per 2-3 contro il Cagliari al Grande Torino
Dopo tre partite il Torino non ha ancora iniziato la propria marcia. Al termine della partita più propizia per iniziare a muovere la classifica i granata restano a zero punti e con un mucchio di interrogativi sull’allestimento della squadra: tra mancati acquisti e mancate cessioni, Giampaolo dispone di una rosa che da una parte lascia scoperti i ruoli chiave e dall’altra presenta doppioni e giocatori di valore ma non utili alla nuova causa. Fermo restando il rispetto per le idee tattiche del mister che ha tutto il diritto di proseguire sulla propria strada anche perché cambiare adesso potrebbe destabilizzare ancor di più i giocatori ed è giusto pertanto continuare a lavorare su certi schemi (semmai la Società avrebbe potuto fare altre scelte se non voleva trovarsi in tale situazione), ci si chiede come mai si disponga di ben quattro portieri in rosa, si abbiano due potenziali ottimi giovani terzini destri che in pochi minuti hanno già entrambi dimostrato di poter essere dei buoni titolari e di contro siano rimasti scoperti i ruoli chiave nella spina dorsale della formazione (playmaker e trequartista) dal momento che tutti i centrocampisti in rosa (compresi Rincon e Gojak) sono considerati delle mezzale eventualmente da adattare; Izzo è fuori dal progetto (o eventualmente andrebbe ad aggiungersi come ulteriore concorrente a Vojvoda e Singo); l’attacco per il quale si è deciso di fare l’ultimo investimento è un reparto sovradimensionato che inevitabilmente scontenterà chi tra i vari Verdi (non considerato inizialmente trequartista), Zaza, Bonazzoli, Edera e Millico (che rischiano di restare eterne promesse in naftalina) resterà fuori
Il Borsino di Torino-Cagliari: chi sale
Inutile sottolineare come tutte queste contraddizioni siano emerse nella gara contro i sardi nel corso della quale sono risultati evidenti limiti di impressionante staticità in difesa laddove la scarsa reattività di N’Koulou e compagni l’ha fatta da padrone in tutti e tre i gol subiti e non solo, le penuria di azioni da gol in avanti stante la grandissima difficoltà nel verticalizzare e nei movimenti senza palla, la tenuta fisica approssimativa (troppe pause, poca corsa) e quella psicologica sulla quale si dovrà lavorare da subito per evitare una stagione sulla falsariga del girone di ritorno 2019/20.
Nel frattempo non resta che aggrapparsi all’unica nota lieta non solo di giornata ma degli ultimi quattro anni: il Capitano che, in controtendenza con l’andamento della squadra, con i suoi quattro gol in tre partite è al primo posto nella classifica cannonieri della serie A.
CHI SALE:
BELOTTI: ad oggi con 4 gol è ilrealizzatore unico del Torino. Contro il Cagliari un rigore realizzato con freddezza ed un sinistro scagliato con potenza avevano acceso le speranze dei granata mentre una rovesciata da cineteca per poco non mandava in visibilio i tifosi, anche quelli che oggi si chiedono cosa ci faccia un giocatore tanto forte in un contesto così mediocre.
Il Borsino granata: chi resta stabile
VOJVODA: conferma le impressioni dell’esordio dimostrando di avere un piede educato per i cross (Belotti ne beneficia e ringrazia) e di dover lavorare su qualche incertezza tattica in fase difensiva.
LUKIC: impiegato un po’ a sorpresa nella posizione di trequartista, si guadagna subito un penalty con una bella intuizione e si muove tra le linee facendo il possibile. Ma non ha i tempi e le giocate del trequartista sebbene Giampaolo lo incoraggi.
RINCON: encomiabile per l’impegno, innanzitutto per aver giocato dopo appena due giorni dal viaggio oltreoceano e poi per i raddoppi, i tentativi di giocata, il cross per Belotti. Anche alcuni errori ma perdonabili.
SINGO: pochi minuti ma di sostanza, con la ormai consueta intraprendenza. Intercetta, dribbla, mette in mezzo un pallone d’oro per Verdi…
MEITE’: sempre troppo compassato e a tratti al limite dell’indolenza, non cambia mai marcia, perde palloni pericolosi e anche quando potrebbe far male provando la conclusione non è determinato.
Chi scende tra i giocatori del Toro
LINETTY: troppi errori in copertura ed in disimpegno per il polacco reduce da buone prove con la propria Nazionale. Con i sardi fatica a trovare gli equilibri e viene surclassato da Zappa e Nandez che imperversano dalle sue parti.
N’KOULOU: la difesa granata ha la media poco edificante di quasi tre gol subiti a partita e lui che dovrebbe esserne il leader non è esente da colpe ed è poco reattivo soprattutto su secondo e terzo gol.
VERDI: già il fatto che non sia nell’undici titolare né a fianco di Belotti né appena dietro è un chiaro segnale negativo, se poi entra e si divora il gol del pari in piena area dopo un buon controllo ecco che la sua situazione si complica ulteriormente.
LYANCO: inizia bene tentando il lancio per gli attaccanti e dimostrandosi reattivo su un possibile tap in di Simeone. Poi naufraga con evidenti responsabilità sui gol dove difetta proprio di capacità di lettura e reattività.
SIRIGU: dopo tanti miracoli l’errore, anche capitale come nella circostanza, può capitare pure a lui ma l’importante è che sia solo tecnico.
Il punto sui nuovi arrivati
RODRIGUEZ: il primo pallone che tocca è il lancio magistrale per Lukic da cui nasce il rigore illusorio, poi è un patimento pressoché continuo nella sua zona con Nandez che lo ubriaca.
BONAZZOLI: fuori dalla partita per almeno un tempo, lo si nota in occasione del gol di Belotti ad inizio ripresa quando sfiora di testa il pallone. Non ci si aspettava chissà cosa e nemmeno di vederlo subito in campo per la verità.