Torna Bordocampo, la rubrica del dottor Paolo Cavallo che quest’oggi analizza il cavernoma intracranico che ha costretto ad un lungo stop Leandro Castan
L’esperienza alla Roma del difensore brasiliano Leandro Castan è stata caratterizzata da un lungo periodo di stop, a cavallo degli anni 2014 e 2015, causato dal riscontro di una malformazione vascolare cerebrale: un cavernoma del peduncolo cerebellare medio di sinistra. Castan arriva alla Roma nell’estate 2012 dal Corinthians per circa 5 milioni di euro. Nelle prime due stagioni colleziona buone prestazioni e rispettivamente 34 e 40 presenze, tra campionato e coppa Italia, riuscendo a strappare un prolungamento del contratto fino al giugno 2018. La terza stagione in giallorosso inizia con alcuni infortuni di tipo muscolare che ritardano la preparazione del giocatore; il 13 settembre 2014 esce nell’intervallo della partita Empoli-Roma a causa di quello che sembra l’ennesimo infortunio muscolare. Da quella data non si hanno notizie certe circa l’entità dello stop del giocatore fino a quando con una nota ufficiale la Roma comunica la diagnosi di cavernoma.
Il cavernoma cerebrale è una malformazione vascolare benigna presente in circa 5 persone su 1000, può essere congenito o originarsi nel corso della vita con una propria evolutività. È costituito da una serie di piccoli vasi sanguigni dalla parete molto sottile che assumono il tipico aspetto a morula (o mora, come il frutto di bosco). Data la parete particolarmente sottile questi vasi possono andare incontro a complicanze quali sanguinamenti, in rari casi vere e proprie emorragie cerebrali, edemi ed effetto massa sui tessuti circostanti. Nel caso specifico di Castan questa malformazione era localizzata sul peduncolo cerebellare medio, in una zona dell’encefalo molto delicata (vedi immagini).
La diagnosi di cavernoma è nel 70% dei casi un reperto occasionale in corso di accertamenti per altre patologie, nel restante 30% possono manifestarsi con sintomatologie varie quali epilessia, deficit neurologici, sindromi vertiginose (come nel caso Castan) o nei casi più gravi con un’emorragia cerebrale. In generale la tendenza del cavernoma è quella di evolvere e di manifestarsi sintomatologicamente. Stando ai comunicati ufficiali, Castan ha avuto un piccolo sanguimamento con edema tissutale che ha causato la sintomatologia che ha permesso di scoprire il problema.
La diagnosi avviene mediante risonanza magnetica dell’encefalo che permette di visualizzare la tipica struttura a morula o pop corn.
Il trattamento mira all’asportazione della massa, spesso molto piccola, con l’ausilio del microscopio operatorio al fine di risparmiare le aree sane che la circondano. La rimozione avviene con il neuronavigatore che permette tramite una ricostruzione virtuale di trovare la strada migliore e più breve per asportare il cavernoma tramite una piccola incisione esterna di circa 2-3 centimetri. Castan è stato operato con successo a dicembre 2014 dall’equipe del prof. Maira. Nel 2015-2016 il giocatore è tornato completamente arruolabile ma è riuscito a collezionare solo 6 presenze aprendo la strada al prestito attuale al Toro. Nella prima parte di questa stagione le prestazioni di Castan sono state convincenti fino all’infortunio muscolare che ne sta condizionando il finale di stagione.