Esclusiva / Beccaria sull Filadelfia: “I soldi del Torino sono in ritardo. Il cortile chiuso? La società ha un dovere morale con i tifosi”
Il resoconto del CdA della Fondazione Filadelfia della scorsa settimana aveva portato nuovamente all’attenzione la questione seggiolini e relativa area aggregativa che ancora, nella risorta casa del Torino, manca per scarsa reperibilità di fondi. Buona parte di quelli è stata promessa dal presidente del Toro Urbano Cairo, che nel giorno dell’inaugurazione del Fila aveva dato vita a una vera e propria asta, coinvolgendo anche una buona parte dei giocatori granata..
Domenico Beccaria, a che punto siamo: i soldi sono in arrivo?
Non lo sappiamo. Alla nostra sollecitazione ci era stato detto da Ferrauto che il Toro avrebbe pagato una volta emessa la fattura. Ma il problema è di natura squisitamente pratica: la Fondazione ha l’obbligo di emettere regolare fattura con pagamento mensile dell’Iva. Ora, una fattura da 500mila euro netti, prevede 110mila euro di tasse da pagare, che la fondazione non ha: la mia paura è che l’emissione della fattura, senza la garanzia che questa venga saldata a strettissimo giro di posta, possa crearci non pochi problemi di natura economica.
È un argomento che avete affrontato in sede di Consiglio?
In parte, perché noi abbiamo, a mio avviso, un altro grosso problema, di natura decisionale. La Città di Torino infatti continua a considerarsi azionista di maggioranza della Fondazione: secondo loro infatti il capitale è composto da 3.5 milioni della Città versati in contanti, più 1.5 di valore dell’area su cui insiste lo Stadio. La Regione, che avrebbe messo altrettanti 3.5 milioni, secondo la Città non ha invece contribuito, perché formalmente il mutuo è stato acceso dalla Fondazione, per quanto, ho fatto notare io, ci siano proprio le garanzie regionali alle spalle. Ma siccome alla Regione sembra interessare poco la questione, e siccome non è stato il Torino ma la Fondazione Mamma Cairo a pagare per conto del Toro il milione di euro, di fatto la Città di Torino ha un capitale di 5 milioni, mentre tutti gli altri soci fondatori si ritrovano con molto meno: in totale il Comune rivendica quasi il 90% delle quote, che in Consiglio di Fondazione vuol dire potere decisionale totale, visto che non si vota pro capite, ma pro capitale investito.
E questo cosa comporta?
Che nessuno sollecita nessuno. La Città di Torino, d’altra parte, ha quattro tavoli di trattativa con Cairo: tre riguardano il Toro (Filadelfia, stadio “Grande Torino” e Robaldo) e uno il salone del libro, dal momento che RCS ha dichiarato di non voler prendere parte alla manifestazione. E di conseguenza ci si è un po’ troppo adagiati, compreso, a mio avviso, l’altro consigliere che rappresenterebbe i tifosi, al quale scherzando io dico che per trenta cappuccini si è venduto il bar. Ma anche l’affitto, ed è tragico.
Ma non c’è una figura che possa sbloccare la situazione?
C’era, ed era il presidente Salvadori. Ora, in quanto dimissionario, è stato sostituito pro tempore da Serino Rampanti, vicepresidente che era stato eletto in un CdA straordinario alla mattina dell’inaugurazione del Filadelfia, così da consentirgli di fare le foto di gruppo in quanto membro effettivo. Ma lo dico con tutto il sincero rispetto che nutro per Rampanti: vive un ruolo più grosso di lu, se ne è reso conto e non ha l’esperienza che ha maturato Salvadori in questi anni. Ha infatti già chiesto al Comune di sbrigarsi a trovare un nuovo presidente, ma anche in questo caso la situazione è stagnante, e giustamente lui si muove con i piedi di piombo, cosa che danneggia però l’attività della Fondazione.
Come per esempio quella che dovrebbe portare all’area aggregativa?
Esattamente. E penso che, come si dice a Torino, arriverà nella settimana dei tre giovedì. Sembra che si stia facendo tutto il possibile per ostacolare il progetto: sono l’unico che ha interesse affinché le cose vadano avanti. Ma per ora rimbalza tutto nel vuoto.
Un’ultima questione: il piazzale del Filadelfia. Vi siete chiesti come mai sia ancora chiuso?
Sì, e abbiamo avuto anche una risposta. Il consigliere Ferrauto ci ha detto che ci sono dei costi da mantenere per tenerlo aperto e che, nel caso, se ne dovrebbe fare carico la Fondazione. Ma se dal punto di vista contrattuale l’affermazione non fa una grinza, da quello morale ne fa invece a tonnellate. Ma qui torna il problema: mi ero opposto alla firma di quel contratto scellerato che prevede il pagamento solo di un certo tipo di spese, proprio per evitare questioni come questa. Noi abbiamo chiesto e parlato per tre anni in fase di stesura dello Statuto, prima dell’apertura della Fondazione, della funzione sociale e di agorà che aveva il cortile. Abbiamo scritto e sottoscritto tutti insieme il documento che, a quanto sembra, è andato bene per sei anni. Il cortile deve rimanere aperto. Abbiamo chiesto agli architetti di progettare l’impianto in funzione di avere l’impossibilità da qualsiasi punto del cortile di vedere anche solo uno spicchio minimo del campo, proprio per consentire una chiusura ermetica di cortile e terreno di gioco e consentire comunque l’allenamento a porte chiuse. Non saremmo andati a sprecare forza lavoro ed energie intellettuali, per vedere il cortile chiuso. Al Toro dico di assumersi le proprie responsabilità. Per il Fila, per la società stessa e per i tifosi.
A me scappa da ridere….non per la diatriba fra rampanti e beccaria ma per la difesa ad oltranza del nano di masio.alla fine della fiera la fattura non serve…ma poi serve per poterla detrarre…ma cmq se vuole il nano il bonifico puó farlo!!!!il problema è che non lo fa….perchè è… Leggi il resto »
o son pure loro spalamerda?# CURVA PRIMAVERA RESISTI
minimo di quanto stabilito da perizia.parla con i tecnici del comune