Esclusiva / L’ex capitano e attaccante granata: “Limiti in difesa”. Sui nuovi arrivi: “Hart è un portiere di primissima fascia, Valdifiori è l’equilibratore che mancava”
Ferrante, che ne pensa del mercato fatto dal Toro?
“È stato un mercato importante e il Toro ha preso quello che secondo me è un giocatore fondamentale, un ottimo portiere. L’arrivo di Hart è stato sicuramente inaspettato, lui è conosciuto da tutti, a volte è stato fin troppo criticato, ma senza dubbio è un portiere non di prima fascia, ma di primissima fascia e questo dimostra anche che il Toro continua ad essere reputata anche all’estero, e a prescindere dalla sua storia, una squadra importante, un club che ha ambizioni, se così non fosse uno come Hart non sarebbe mai arrivato”.
Come valuta l’acquisto, durante l’ultimo giorno di mercato, di Valdifiori?
“Valdifiori è un giocatore che il Toro seguiva da tempo e che voleva fortemente. Io penso che tutte le squadre che vogliano diventare grandi e che vogliano fare bene debbano avere un equilibratore in mezzo al campo, un metronomo che disegni geometrie, un giocatore come Pirlo, con le giuste proporzioni ovviamente ed è quello che al Toro mancava in quella zona del campo. Con Sarri ha avuto poco spazio, ma in granata, secondo me, può fare bene così come, tra l’altro, aveva fatto ad Empoli”.
Se dovesse dare un voto al mercato granata, quale sarebbe?
“Mercato da 8. Molto molto positivo il lavoro svolto, con la ciliegina sulla torta che per me, ripeto, è costituita da Hart, che potrà dare grandi soddisfazioni alla squadra e ai tifosi del Toro. Quello del portiere è un ruolo delicato, è un uomo che è chiamato a comunicare di continuo con i difensori e a guidarli. Capisce bene che avere tra i pali un giocatore del livello internazionale di Hart, uno abituato a vincerle, se non tutte, quasi tutte, è fondamentale per il Toro”.
Qual è il reparto che si è rinforzato di più e quale, invece, quello che, a suo parere, avrebbe avuto bisogno di qualche altro rinforzo?
“Devo dire che per me il Toro era già una squadra abbastanza quadrata, in cui è stata aggiunta una pedina chiave che, come ho già detto, è il portiere. Un altro rinforzo importante è arrivato a centrocampo, dove finalmente è arrivato un playmaker, in grado di innescare nel migliore dei modi gli attaccanti che la squadra granata ha a disposizione. Sono rimasti dei limiti, mi riferisco soprattutto all’asse centrale del reparto arretrato: le partenze di Glik e Maksimovic incidono perché entrambi sono due giocatori difficili da rimpiazzare. Io, per esempio, non avrei mai lasciato partire uno come Glik. Il Toro però ha un organico composto da calciatori validi, ha preso Rossettini, Castan, che penso ormai abbia superato i problemi che lo affligevano ed è sicuramente un centrale di buon livello. Mi auguro, perciò, di essere smentito”.
Come reputa che sia stata gestita la questione relativa a Maksimovic dalla società?
“Non conosco la situazione nel dettaglio, ma una cosa è certa: una società seria deve tenere solo giocatori che vogliono rimanere, non quelli che rimangono perché obbligati, questo è quello che penso. Inoltre, Maksimovic è stato più volte avvicinato al Napoli e da diverso tempo si parlava di una sua cessione, magari evitata o rinviata dagli infortuni che ha avuto lo scorso anno. Ad ogni modo, l’operazione di mercato che ha coinvolto Maksimovic si può dire che sia stata vantaggiosa per entrambe le squadre: per il Napoli perché ha acquistato un difensore di livello, ma anche per il Toro, che ha guadagnato un’ottima cifra dal suo trasferimento”.
Dove può arrivare, secondo lei, il Toro in questo campionato?
“È difficile dirlo, siamo ancora all’inizio, ma ci sono tutti i presupposti per potersi togliere delle belle soddisfazioni. Squadre come Juve, Roma e Napoli restano sicuramente davanti, sono più attrezzate, ma con tutte le altre io credo che il Toro possa giocarsela. D’altronde può succedere di tutto. Non voglio dire che il Toro è in grado di vincere tutte le partite, perché non è ancora così, però può fare un ottimo campionato, mettendo in difficoltà e, perché no, magari superando squadre che sulla carta sono più attrezzate. Il caso del Sassuolo, nella scorsa stagione, è emblematico”.