Al termine della Partita Della Leggenda, Enrico Annoni è stato intervistato: “Mi sento ancora addosso la maglia del Toro”
Nella giornata di mercoledì si è svolta La Partita Della Leggenda. A fine evento, Toro.it ha intervistato Enrico Annoni, uno dei giocatori più amati della storia del Toro uno dei protagonisti dell’ultima vera e grande cavalcata europea, quella del Toro di Mondonico. Di seguito le dichiarazioni dell’ex calciatore granata.
Un’emozione tornare al Filadelfia?
“Quando si rientra a casa, è sempre un’emozione. Sicuramente è diventato tutto più moderno. Quando c’eravamo noi si respirava un aria particolare. Un aria che, in tutti i posti dove sono andato, non ho mai respirato. Ancora sono innamorato di questi colori e di questa maglia. Poi si tratta di un progetto importante: il Museo del Toro merita di essere al Filadelfia”.
La maglia del Toro è qualcosa che rimane sempre addosso?
“Dipende dai personaggi, ma io non dimentico. Me la sento ancora addosso, mi piace il colore. Quando sono venuto qui per la prima volta a 8 anni, si allenavano Castellini e Pulici, poi sono venuto a giocare. Questo mi è rimasto”.
Segue ancora il Toro? Che idea si è fatto dell’ultima stagione?
“Lo seguo, anche se non assiduamente. Ci sono volte in cui la domenica faccio altro. Ma bene o male, seguo. Per un’altra stagione, si può guardare il bicchiere mezzo pieno oppure mezzo vuoto”.
In quel triennio al Toro, c’era un segreto?
“C’era chimica. Già solo quando ci cambiavamo negli spogliatoi dove sono stati tutti i grandi. Poi Mondonico ci ha messo del suo, amalgamando delle belle teste calde e siamo arrivati lì”.
Tanto padel, tanta moto, tanta bici: lei è rimasto uno sportivo…
“Sempre. Tanto tennis ma adesso tanto padel. Poi la moto è come il Toro, ho sempre voglia”.
