L’analisi / Cairo ha investito, tra 2018 e 2020, quasi 130 milioni sul mercato. Ma ora il Torino è ultimo in Serie A e in piena crisi

A guardare i bilanci, dall’estate 2018 all’ultima sessione di calciomercato, Urbano Cairo ha investito circa 130 milioni di euro per rinforzare il suo Torino. Non certo spiccioli. Eppure adesso la squadra è desolatamente ultima in classifica in Serie A (sia nel campionato in corso sia nell’anno solare 2020), ha la peggior difesa del campionato ed è aggrappata a Belotti come i naufraghi alla zattera della Medusa di Gericault. Il crollo verticale iniziato nel gennaio scorso e a cui né Mazzarri, né Longo né Giampaolo hanno posto un freno, non può essere solo spiegato con “la melma” (per citare chi guida oggi il Toro dalla panchina) depositatasi nella testa dei calciatori. Vanno incluse, nell’analisi, le scelte strategiche degli ultimi anni, ovvero quali sono stati i profili selezionati per costruire l’organico e dunque come si è scelto di spendere. 

Il pensiero di Pecci: “Non servono altri come Verdi e Zaza”. Ecco perché

“E’ inutile comprare altri giocatori come Verdi e Zaza”. Ci ha colpito, la frase riferitaci sotto Natale da un profondo conoscitore del mondo Toro come Eraldo Pecci, scudettato del 1976. I due Simone, l’uno giunto dal Napoli per 21,4 milioni di euro nel settembre 2019, l’altro preso per 15,6 milioni nell’agosto 2018, risultano al momento gli acquisti più costosi della presidenza Cairo. Zaza ha messo insieme, in due stagioni e mezza, più ammonizioni che gol – 18 contro 15 -, ha collezionato 69 presenze ma solo 41 da titolare. Non è mai stato, insomma, inamovibile. Anzi: Mazzarri, Longo e Giampaolo hanno tutti e tre faticato a collocarlo, riscontrandone il difficile amalgama con il pilastro Belotti. 

Non è andata meglio, fin qui, a Verdi, che ha realizzato 5 gol e 11 assist in 46 apparizioni (35 da titolare). Nel discorso pubblico del patron, doveva essere “la ciliegina” di un calciomercato conservatore – quello del 2019 -, ma alla torta si è unito troppo tardi per contribuire ad evitare l’eliminazione dal playoff di Europa League contro il Wolverhampton, per molti osservatori il prodromo del rapido declino.

La strategia (e gli errori) di Cairo

I due sono gli esempi più lampanti di una strategia che ha incanalato (ingenti) risorse su nomi altisonanti raccogliendo una resa ben magra. Le eccezioni ci sono, certo. Su tutte quella di Bremer, che il Torino si è assicurato per meno di 6 milioni: ora è il difensore centrale più affidabile della rosa. O di Singo, arrivato a un prezzo irrisorio e rivelatosi il miglior terzino destro dell’organico. Ma sono mosche bianche. 

A centrocampo – il più grande punto debole -, Giampaolo, Longo e Mazzarri si sono ritrovati a puntare con continuità su Meité e Rincon: una mezzala poco dinamica classe 1994 valutata, a bilancio (fu scambiato alla pari con Barreca), 11,5 milioni e un mediano di quasi 33 anni pagato poco meno di 9 milioni. Il totale fa più di 20. E arriva a 30 se si aggiunge il costo di Karol Linetty, acquistato in estate dalla Sampdoria per 7,5 milioni più 1,5 di bonus. L’Atalanta ha speso 23 milioni per assicurarsi De Roon e Freuler, il Sassuolo (quarto in classifica) ha sì pagato 14 milioni per Locatelli, ma poi ha speso 11 milioni e rotti per assicurarsi, in momenti diversi, Magnanelli, Obiang, Bourabia e Maxime Lopez. 

Torino, dagli acquisti estivi impatto quasi nullo

A proposito di Linetty. Anche nell’ultima sessione di calciomercato, gli investimenti di Cairo non sono mancati. Al già citato ex Samp si sono aggiunti il giovane Bonazzoli (che verrà riscattato per 8 milioni al raggiungimento di determinate condizioni), poi Gojak, Murru, Rodriguez e Vojvoda. In totale sono stati messi in conto tra i 22,5 e i 36,5 milioni. Ma nessuno dei colpi estivi ha fin qui cambiato volto alla squadra: il solo polacco è stato fin qui insostituibile, e non ha brillato. Insomma, il Toro è certamente prigioniero di fantasmi e oberato di scorie del passato. Eppure il dramma odierno è anche il prodotto di scelte operative poco oculate, economicamente onerose ma in fin dei conti poco redditizie.

Urbano Cairo
Urbano Cairo
TAG:
home

ultimo aggiornamento: 01-01-2021