Torino ricorda Vittorio Staccione, l’ex granata arrestato nel marzo del 1944 dalle S.S. morto a Mauthausen a 40 anni

Questa mattina a Torino è stato ricordato il granata Vittorio Staccione, morto all’età di 40 anni in seguito alle deportazioni delle S.S. nel campo di concentramento di Mauthausen. Su iniziativa del Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e con la collaborazione della Comunità Ebraica di Torino, dell’ANED-Associazione ex Deportati e del Goethe-Institut Turin e dall’artista tedesco Gunter Demnig – famoso per aver fatto partire questa bella iniziativa poi esportata nel resto d’Italia e d’Europa – è stata deposta una pietra d’inciampo alla memoria dell’ex granata Staccione. Alla cerimonia di questa mattina era presente, in rappresentanza del Torino, il Direttore Operativo Alberto Barile.

Staccione, protagonista nel Toro prima di tornare in Fiat come operaio

Nato a Torino il 9 aprile del 1904, Vittorio Staccione ha militato nelle fila delle giovanili della società granata per poi esordire in prima squadra nella stagione 1923/1924. E’ stato uno dei principali protagonisti della vittoria del primo scudetto del Torino – poi revocato – nel 1926/1927. Oltre al Torino militò anche per breve tempo nelle fila della Cremonese.

Dopo la carriera calcistica tornò a lavorare come operaio nella Fiat. Il sospetto che cresceva intorno a lui di essere un simpatizzante per la lotta partigiana – oltre ad essere un noto antifascista – lo fece arrestare e deportare dalle S.S. nel campo di concentramento di Mauthausen il 13 marzo 1944, dove un anno dopo morì a soli 40 anni.


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Giankjc (più Toro e meno guinzagli&collari)

Pienamente concorde con ale_maroon79. Il preludio alla più bella storia granata passò anche dai suoi piedi e non solo tra quelli dei ben più famosi Baloncieri, Libonatti e Rossetti. Nella squadra del grandissimo Janni fece poco meno di una ventina di presenze in 2 stagioni senza marcature. Le nostre meraviglie… Leggi il resto »

ale_maroon79
5 anni fa

Onore alla memoria di un uomo che ha mantenuto la schiena diritta fino alla fine dei suoi giorni. E il mio rispetto a chi contribuisce col suo operato a far sì che non si dimentichi il nome di persone come lui.
Forza Toro.

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