Juric ha riportato serenità all’ambiente, nonostante i sogni della piazza spingano verso ambizioni ben più grandi
Idee chiare, quelle del tecnico croato. Idee cristalline esternate già all’indomani dell’ultimo derby giocato a febbraio in casa bianconera. “Se c’è da parte della società una volontà seria e vera allora sì, se l’andazzo è quello di cedere sette titolari allora no. Se vogliamo prendere e mettere altri ragazzi giusti, allora sì”. Come al solito, tutto è legato alla progettualità. Una progettualità che dovrebbe essere più limpida, quella tra società e tecnico. Ma la trasparenza non sembra essere la migliore prerogativa del Club. Insomma, la permanenza di Juric non è legata solo alle condizioni imposte dalla dirigenza granata ma anche dalle richieste del tecnico che preferirebbe una squadra costruita sul lungo periodo, capace di creare continuità e credibilità. E in questo, lo stesso Juric dovrebbe avere la giusta personalità per chiedere e ottenere le pedine ideali per completare l’undici in campo.
Il Torino si appresta a concludere una stagione tranquilla, lontana da ambizioni europee e, tuttavia, distante dagli incubi retrocessione che hanno violentato la tranquillità del popolo granata negli ultimi anni. Juric ha riportato serenità all’ambiente, nonostante i sogni della piazza spingano verso ambizioni ben più grandi. E in questo il tecnico sembra d’accordo, a patto che si programmi una crescita ponderata a medio-lungo termine, evitando di rimpiazzare costantemente gli atleti da una stagione all’altra, minando di fatto una continuità che invece può portare alla crescita della squadra. Juric crede nel Toro, e molte cose, vedi Filadelfia e settore giovanile, sono migliorate con il suo arrivo.
Per questo il futuro di Ivan non sembra in discussione. Le quote dei bookmakers sull’eventuale esonero, o sulle dimissioni del croato entro la fine della stagione disponibili sui migliori siti scommesse, confermano l’ipotesi che il tecnico possa proseguire la sua avventura granata per almeno un altro anno e rispettare il contratto che lo vede vincolato al Toro fino al 2024. Sul versante allenatori in A, ancora incerto invece, ma probabile, l’addio di Inzaghi dall’Inter, a meno della vittoria in Champions, e quello di Stankovic dalla Sampdoria, che già ha presentato una prima volta le dimissioni.
Del resto, lo stesso Cairo aveva confermato tale scenario solo due mesi fa, ai margini dell’assemblea di Lega, smorzando ogni timore sul possibile avvicendamento tecnico in panchina: “Il futuro di Ivan Juric non è un tema, è con noi ancora per un anno”. Per contro si percepiscono malumori altalenanti tra i tifosi granata, in un campionato che ha visto l’alternanza di prestazioni quasi sempre all’altezza con squadre di caratura superiore (su tutte Milan e Lazio) e risultati deludenti nei match alla portata con formazioni di bassa classifica (vedi Salernitana). Il classico atteggiamento da Toro: quel vorrei ma non ho voglia.
Dubitare sul futuro dell’ex Verona sembra piuttosto improbabile. Interrogarsi sul futuro della squadra è invece piuttosto lecito. “Il presidente Cairo ha speso oltre 26 milioni per costruire la mediana del futuro”, scrive La Stampa nell’edizione di fine aprile, “e adesso quel momento, dopo mille contrattempi, è arrivato”. Si riferisce al tandem di centrocampo Ilic-Ricci, impiegati solo 38 minuti prima del match con la Dea, tandem che adesso dovrebbe, o potrebbe innalzare il rendimento della squadra da qui alla fine del campionato. E intanto inizia la missione tedesca per la dirigenza Cairo: occhi puntati su Zalazar, Drexler e Ducksch. Caccia ai nuovi trequartisti e ad una punta per incrementare lo spessore del reparto avanzato granata.
E poi c’è l’interrogativo sui piazzamenti finali al termine del campionato. Il finale di stagione in Serie A potrebbe riservare alcune sorprese sul piano della giustizia sportiva e dei posizionamenti per l’accesso alle competizioni europee. Il Toro di Juric ha indubbiamente l’onere di raggiungere la miglior posizione possibile in classifica e sperare di poter puntare alla partecipazione in Conference, torneo che negli ultimi due anni ha dimostrato di essere ampiamente alla portata delle formazioni italiane.