Dal 1° gennaio il governo taglierà gli sgravi degli sportivi professionisti: coinvolti anche i calciatori arrivati in estate
Il Decreto Crescita dirà addio al mondo del calcio. Il Governo, a seguito del Consiglio dei Ministri svoltosi lunedì 16 ottobre, ha infatti varato un procedimento secondo il quale verranno limitati gli sconti fiscali per i lavoratori che arrivano dall’estero e ha escluso gli sportivi dalle precedenti facilitazioni. Il provvedimento entrerà in vigore dal 1° gennaio e oltre a includere i giocatori arrivati durante la sessione di mercato invernale coinvolgerà anche gli ingaggi avvenuti a partire da luglio in poi. Saranno tanti i club a risentire del cambiamento, in particolar modo il Torino, che dovrà spendere più soldi per Vlasic, Sazonov e Popa. Il Milan perderà le agevolazioni nei confronti dei vari Pulisic, Loftus-Cheek e Reijnders, mentre nell’Inter il provvedimento toccherà i casi Pavard e Thuram. Discorso diverso per la Roma che sì non godrà più delle facilitazioni nei confronti di Aouar e N’Dicka, ma le manterrà per Romelu Lukaku, che era rientrato nei criteri del Decreto Crescita già negli anni passati. Poi però è arrivato il dietrofront.
Lo sport è escluso
A differenza di quanto riportato in mattinata, le voci sul possibile addio del Decreto Crescita vengono smentite dal governo. Infatti, secondo quanto riportato da Calcio & Finanza, lo sport è escluso.
La nota del Governo
“Ai lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia sarà riconosciuto, dal 2024, un nuovo regime agevolato per un massimo di 5 anni. Potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50 per cento, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro, i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che non risultano essere già stati residenti nel nostro Paese nei tre periodi d’imposta precedenti al conseguimento della residenza”.
Cos’è il Decreto Crescita
Il Decreto Crescita è un decreto legge pubblicato il 30 aprile 2019, che prevede una serie di misure finalizzate a incentivare gli investimenti nel nostro paese. In particolar modo prevede la riduzione della tassazione sul reddito dal 45% al 25% per tutti quei lavoratori che non sono stati residenti in Italia nei due anni precedenti, ma che vi resteranno per i due anni successivi. Questa normativa ha portato i club del calcio italiano a essere molto più competitivi nel panorama del calciomercato internazionale, vista la possibilità di proporre degli ingaggi netti più sostanziosi rispetto agli anni precedenti.
Nel mese di maggio 2022 il Decreto Crescita ha subito delle variazioni: è stato reso valido solo per i giocatori che avessero un contratto da un milione di euro a salire e che avessero compiuto almeno 20 anni. Ora la sua abolizione dal mondo del calcio potrebbe cambiare nettamente le strategie di mercato dei vari manager, che non potranno più contare sulle agevolazioni del Decreto.