Si è quasi chiuso il cerchio delle comproprietà, una modalità di operazione di calciomercato, tutta italiana, a cui la Federazione ha deciso di dire basta. Così, dall’anno scorso è stato vietato alle società di acquistare ll cartellino di un giocatore “con diritto di partecipazione di un altro club” (recita la forma ufficiale); così, soprattutto, si porteranno a conclusione le compartecipazioni attualmente in essere. Tre, le situazioni che interessano i granata: Simone Verdi con il Milan, Marco Benassi con l’Inter e Filippo Scaglia con il Cittadella. Tre situazioni molto diverse tra loro, dai cui esiti dipenderanno le strategie di mercato del prossimo Torino.

Innanzitutto, Benassi. La mezzala destra, alla sua prima esperienza in granata, sta giocando un campionato a corrente alternata. È molto giovane, ma è spesso partito titolare, o ha avuto modo di ritagliarsi uno spazio di una certa consistenza anche in partite molto rilevanti. Il Toro aveva strappato la metà del suo cartellino dall’Inter dopo qualche peripezia burocratica (è infatti l’ultima comproprietà italiana in assoluto), inserendolo nell’operazione D’Ambrosio, e è fermamente intenzionato a riscattarne la metà del cartellino: le potenzialità le ha mostrate – è il ragionamento della dirigenza granata – e c’è per questo la volontà di spendere la cifra superiore al milione di euro, ben prima delle famigerate buste. Di fronte, però, c’è un’Inter che, stando alle dichiarazioni del suo ds Ausilio, detiene una sorta di possibilità di controriscatto prestabilito a monte, che scavalcherebbe di fatto la decisione dei granata. Il Toro vuole però portare a suo favore la trattativa alla conclusione, e la sensazione è che alla fine ce la farà.

Diverso il discorso legato a Simone Verdi. La sua prima esperienza in Serie A è cominciata nel migliore di modi, in quel di Empoli, salvo poi trovare sempre meno spazio da quando in Toscana è arrivato, dal Milan, Saponara. E proprio con i rossoneri, i granata dovranno parlare. Verdi, per il Toro, è un validissimo talento, per quanto ancora un po’ troppo acerbo per competere a livelli che il Toro vorrebbe essere sempre più europei. Ecco perché, se il Milan dovesse fare un’offerta economicamente valida, per riportare alla base un giocatore del suo vivaio, allora Cairo resterebbe come minimo a sentire. Già a gennaio, Galliani aveva dichiarato che per Verdi ci sarebbe stato sicuramente da discutere, a fine campionato. È la comproprietà più spinosa da risolvere, e tutto quanto si è detto prima va a prescindere dalla volontà del giocatore stesso, che vorrebbe poter continuare a essere impiegato con continuità. Esito incerto.

Da valutare, infine, quella legata a Filippo Scaglia. Il difensore sta facendo molto bene al Cittadella, e il Toro non l’ha perso d’occhio. Ma sta valutando quanto spazio potrebbe avere in prima squadra, eventualmente, il prossimo anno, e va anche capita la disponibilità dello stesso giocatore a restare in granata, da comprimario. Il suo futuro dipenderà anche dalle nuove liste che andranno compilate secondo la normativa Tavecchio: se il Toro si sentirà coperto, allora lo lascerà andare, guadagnando però sull’indubbia valorizzazione che è evidente agli occhi di tutti. Il caso, questa volta, non è spinoso, ma resta piuttosto incerto. Ma è il Toro ad avere il coltello dalla parte del manico.