Difficile da prevedere nonostante l’avversario più temibile, l’ansia da risultato a tutti i costi, fosse lì in agguato. Talmente alla portata il sesto posto europeo, complice la serie di risultati favorevoli dell’ultimo turno di campionato, da sembrare quasi cosa fatta. E invece la sconfitta casalinga contro l’Empoli certifica l’imprevedibilità della stagione granata. Perché la squadra che ieri è uscita sconfitta in una gara cruciale per la rincorsa alla prossima Europa League è la stessa che ha sbancato il San Mames e che ha vinto il derby ma è anche quella che all’inizio della stagione faticava ad ingranare. Quella che sa dare il 100% se arriva ad un appuntamento concentrata e che sembra quasi poter offrire il meglio di sé ogni qualvolta la sfida si presenti quasi impossibile da vincere. Già accaduto nelle ultime settimane, tanto da fare illudere che, nonostante i due punti persi a Palermo (con la collaborazione di un Gervasoni mal consigliato), l’Europa potesse essere più vicina che mai. Dopo un 2015 così tirarsi indietro è impossibile: ed è per questo che l’amarezza fatica, almeno per il momento, a lasciare spazio all’ottimismo. Troppo ghiotta l’occasione con l’Empoli per essere gettata via: questo si pensava alla vigilia del match, a poche ore dall’abbraccio di Superga e dalle parole del presidente Cairo. “Lo dico davanti ai Campioni d’Italia, ci attendono cinque finali, dobbiamo andarci a riprendere l’Europa”, aveva tuonato il patron davanti alla Lapide, su al Colle. La prima non è andata come si sperava e per evitare di incappare negli stessi errori sarà bene capire cosa è andato e cosa no al di là dell’aspetto prettamente fisico. Perché certamente l’aver cominciato la stagione prima del solito avendo nelle gambe sedici gare in più rispetto alla metà delle squadre della serie A non favorisce la brillantezza. Ma è impossibile credere che solo il caldo e la miglior condizione atletica degli avversari abbiano frenato la corsa granata. Ad aver fatto la differenza anche l’aspetto psicologico, la tenuta mentale: il gol a freddo ha complicato i piani e la squadra non si è più ripresa. Quasi un tuffo nel passato, a quando a Marassi contro la Sampdoria il Torino smarrito di inizio stagione tornava a casa con zero punti e una prestazione da cestinare il prima possibile. Le motivazioni, per un gruppo di ragazzi come quello che compone la rosa del Torino, hanno spesso fatto la differenza, laddove i valori avrebbero reso impari la partita. Quelle che ieri non si sono viste, nonostante in palio ci fosse quasi il lasciapassare per la prossima edizione dell’Europa League. Eppure è tutto ancora apertissimo: lo spareggio con il Genoa di lunedì a Marassi darà ai granata una seconda possibilità. Con la differenza che, da adesso in avanti, il Toro non sarà più padrone del proprio destino.