Una stagione felicemente inaspettata, quella del Palermo. E, soprattutto, imprevedibile. Si parte, ed è la vera notizia per chi è abituato a seguire le sorti del club rosanero, da una conferma, quella di Iachini, in panchina. Non è avvezzo, Zamparini, a lasciare per così tanto tempo un allenatore alla guida della sua squadra: c’è sempre qualcosa che non va, secondo il vulcanico patron rosanero, qualcosa che porta a un’incrinatura iniziale dei rapporti e che arriva, praticamente sempre, a una rottura. Non questa volta: dopo la splendida promozione, Iachini ha dato continuità a risultati e prestazioni, ed è riuscito a rimanere ben saldo alla guida della squadra, che ha valorizzato alla grande.
Guardandosi indietro, non sono pochi i parallelismi che legano questo Palermo al Torino di Ventura: Vazquez e Dybala sono, ad esempio, soltanto due dei giocatori che in rosanero sono cresciuti tantissimo, letteralmente esplosi, grazie al lavoro certosino del loro allenatore, che dopo tanta gavetta sta riuscendo a confermarsi anche in Serie A. Maggiormente, Iachini ha lavorato sulla tattica: si è trovata la quadratura del cerchio con il 3-5-2 (altro punto di contatto con la squadra granata) che, oltre a esaltare le doti delle due punte titolari – a cui si deve aggiungere anche Belotti, 21enne attaccante dal roseo futuro -, mette in risalto anche molti altri elementi. DaLazaar (ex obiettivo granata) e Rispoli sulle fasce, a Chochev e Bolzoni a centrocampo, ad Andelkovic e soprattutto Gonzalez in difesa. Tutti giocatori con poca esperienza nella massima categoria, ma che hanno saputo ottimamente figurare.
Buona anche la stagione di Maresca, che aveva cominciato in sordina, oscurato da capitan Barreto (ora infortunato, così come Emerson eMorganella, due elementi molti importanti per la difesa di Iachini), ma che è stato bravo a non far pesare l’assenza del compagno di reparto paraguaiano. Buone prestazioni, buoni giocatori, buoni risultati. Sono 41 i punti conquistati finora, figli di 10 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte: non abbastanza per pensare all’Europa League, ma tutt’altro che pochi, a sei turni dal termine, per una “matricola” che ha la salvezza in tasca da diverse settimane. Con 44 gol segnati e 46 subìti, emerge chiaramente come il punto di forza sia il reparto offensivo, che vorrà riscattarsi dall’ultima, scialba prova, contro un arrembante (e sorprendente) Parma. Un avversario ostico, per il Toro, tutt’altro che da sottovalutare. Una piccola rivelazione del campionato, valorizzata soprattutto da un allenatore e dalla consapevolezza che non sempre, o quasi mai, cambiare frettolosamente in panchina possa portare davvero a dei risultati a lungo termine.