A Marassi il Toro ha praticamente decretato la sua uscita dalla corsa all’Europa League con una delle sconfitte più pesanti da quando Ventura siede sulla panchina granata. La punizione di El Kaddouri aveva fatto sognare la rimonta, poi il tracollo: purtroppo, anche e soprattutto chi è entrato a partita in corso non ha saputo dare il proprio contributo.

TOP
La punizione di El Kaddouri. Il Toro, finalmente, ha ritrovato il gol direttamente da calcio piazzato. In questa stagione era già successo a Bergamo, contro l’Atalanta, quando Quagliarella bucò un incerto Sportiello e diede il via alla vittoria dei granata. In quell’occasione, però, l’attaccante segnò una punizione a due, con il tocco di un compagno che gli spostò il pallone per colpirlo meglio. A Marassi, invece, El Kaddouri ha calciato direttamente in porta, disegnando una parabola che da diversi anni non si vedeva sotto la Mole, sponda granata. Una punizione imprendibile per Perin, che infatti ha potuto soltanto osservare la rete alle sue spalle che si gonfiava. Il gol poteva dare quella spinta in più al Toro per provare addirittura a vincere, ma qualche minuto dopo, sempre su punizione, ma questa volta più grazie alla fortuna che alla bravura di Tino Costa, cominciava a crollare sotto i colpi del Genoa.
FLOP
Il risultato così rotondo. Difficile, a memoria, ricordarsi una batosta simile in quattro anni di Ventura al Toro. Viene in mente la partita contro l’Hellas Verona, in serie B, all’Olimpico, o il 4-1 subito a Parma due stagioni fa. Ma una sconfitta del genere non era mai capitata, e questo fa capire quanto, ormai, la squadra abbia finito la benzina. Certo, tre gol sono arrivati praticamente a tempo scaduto, ma cinque gol subiti sono davvero tanti. Un risultato probabilmente troppo largo, che toglie ogni speranza di Europa alla squadra granata. Ora, però, non bisogna cancellare quanto di buono è stato fatto in questa splendida stagione: un 5-1 non può far dimenticare le imprese di Bilbao e nel derby.
L’apporto dei subentrati. Martinez, Amauri e Farnerud, ce ne fosse uno che ha dato il proprio contributo. Il E se per gli ultimi due c’è l’attenuante del poco tempo avuto a disposizione, il venezuelano non è assolutamente giustificato. Entrato al posto di Quagliarella, Martinez ha avuto più di mezz’ora per combinare qualcosa, ma non si è mai visto: movimenti sbagliati, poca grinta e i pochi palloni avuti sono stati regalati al Genoa. Il giovane si sta giocando la riconferma, in queste ultime giornate dovrà far rivedere quell’entusiasmo che aveva fino a qualche settimana fa. Anche Amauri, quando è entrato, ha cercato con le sponde aeree di servire i compagni, senza però riuscirci, mentre Farnerud non ha inciso nel finale di partita. I subentrati, questa volta, non si sono rivelati decisivi come era successo altre volte.


Falque fa sognare il Genoa, Quaglia stanco come il Toro

Un Genoa piĂą fresco strapazza il Toro