Tra i principali protagonisti della stagione della Primavera, corononata con lo scudetto, c’è il portiere Andrea Zaccagno che, acquistato dal Padova durante lo scorso mercato estivo dal Toro Primavera, si è fatto forza del cambio di casacca e ha subito fatto mostra delle proprie qualità. Esordisce alla seconda giornata, contro la Pro Vercelli, e, di lì fino al termine della fase a gironi, inanella 21 presenzesette delle quali a rete inviolata-. In questi 1890 minuti l’estremo difensore esibisce le sue qualità di portiere acrobatico: un’ottima tecnica di parata; una reattività fulminea, supportata dalla prontezza di riflessi, lo rende decisivo nei tempi d’intervento e la capacità di lettura tattica delle situazioni, adiuvata da un buon controllo di palla, fa sì che il giovane incarni perfettamente la figura del portiere moderno.

 

La crescita costante delle sue abilità durante l’anno, non è però solo dovuta ad una naturale bravura, ma dipende anche dall’ottimo profilo psicologico che denota il portiere; in particolare, nonostante siano presto arrivati i risultati – ricordiamo oltre alle svariate convocazioni in nazionale under 15/16/17/18 anche quella in under 19 avvenuta a marzo di quest’anno – Andrea ha continuato a perseverare lavorando al proprio sviluppo.

 

Maggiore compimento del progresso del calciatore avviene nella fase finale del campionato Primavera, in cui alcuni interventi lo rendono decisivo nel cammino granata. Di ciò è emblematica la mostruosa parata effettuata in finale contro la Lazio: una deviazione con la mano su un colpo di testa da calcio d’angolo in cui Zaccagno da ancora una volta prova della sua reattività esplosiva; oltre a quelle determinanti ai rigori nei quarti di finale contro il Milan e nella finale.

 

Encomiabile quindi la stagione del portierino granata, come encomiabili sono le sue capacità e la professionalità che ha contraddistinto la sua crescita. Con i migliori propositi, c’è da augurarsi che Andrea continui a percorrere la strada intrapresa.


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