Per la lista della composizione delle rose, ci sarà un anno di transizione, e il mio consiglio va ai giovani del Toro: meglio giocare ancora titolari il prossimo anno, per rientrare poi alla base con maggiore esperienza, pronti a diventare protagonisti“. Con questa frase ha anticipato, Giampiero Ventura, uno dei temi più caldi di tutta l’Estate, che proprio in questi giorni è al vaglio nelle stanze della Federazione. Rivedere i termini ultimi per arrivare a comporre le nuove rose è infatti da qualche giorno la preoccupazione della FIGC, visto l’enorme cambiamento che comporterà in quasi tutti i club di Serie A: poratre a 25 i giocatori disponibili (di cui 4 del proprio vivaio e 4 di un vivaio italiano) è sinonimo di una drastica riduzione di calciatori nella massima serie, con le squadre che dovranno via via adeguarsi a questo grande passo.

 

Passo previsto per la stagione 2015/2016, passo che potrebbe essere in realtà spostato all’anno prossimo. 365 giorni, di fatto, per potersi mettere in regola, per concedere alle squadre più tempo per sistemarsi a questa riduzione e a queste norme piuttosto stringenti, che, nelle intenzioni di Tavecchio, dovranno servire a valorizzare i giovani e a evitare nuovi “casi Parma”.

 

Si resta quindi in attesa di una comunicazione scritta ufficiale da parte della FIGC, che sta ancora ben valutando il da farsi. C’è, infatti, chi propone una proroga soltanto per alcuni punti della nuova norma, c’è chi invece – ed è il pensiero più diffuso – chi auspica in uno slittamento totale dell’applicazione della norma che entrerà in vigore comunque quest’anno, a partire dalla stagione 2016/2017. Un dettaglio non da poco, che potrebbe cambiare i piani di mercato di tutti i club, Toro incluso: dai fratelli Gomis, a Chiosa, a Suciu, a Parigini, a Aramu, a Barreca e Scaglia, tutti questi giocatori potrebbero nuovamente essere prestati (le richieste non mancano), invece che tornare alla base. Si attendono quindi le nuove comunicazioni, che dovranno arrivare, secondo quanto trapelato, entro dieci giorni lavorativi, vale a dire due settimane. Poi, anche alla luce di questo, il mercato potrà entrare definitivamente nel vivo.


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