ZACCAGNO 9: alla mezz’ora del primo tempo è prodigioso a respingere con un gran colpo di reni il colpo di testa di Tounkara. Una parata che vale come un gol. Si ripete nella ripresa in due occasioni, con altrettante prodezze. Quello che compie al 99′ in uscita su Palombi è invece un autentico miracolo. Unica pecca di un partita giocata in maniera perfetta è l’incertezza nell’uscita area in occasione del pareggio della Lazio.

 

TROIANI 6: se la deve vedere con un cliente difficile come Tounkara, uno dei giocatori di maggiore qualità della Lazio. Il terzino, già campione d’Italia con il Chievo, riesce però a contenere bene l’esterno d’attacco bianconceleste. Commette però qualche errore di troppo quando è con il pallone tra i piedi: una sua palla persa al 91′ rischia di far capitolare il Toro. Fortunatamente i granata sono salvati dal palo. Nei supplementari lancia invece involontariamente Palombi a tu per Zaccagno.

 

MANTOVANI 6,5: parte bene, compiendo alcune buone chiusure difensive. Con il passare dei minuti e la stanchezza che inizia a farsi sentire, commette qualche sbavatura, lasciando troppo spazio agli attaccanti avversari.

 

FISSORE 7,5: attento e concentrato per tutta la durata del match. Comanda la difesa come un veterano del ruolo, annullando allo stesso tempo qualsiasi attaccante avversaria che orbiti delle sue parti.

 

PROCOPIO 7,5: prestazione convincente del terzino sinistro. Sulla sua corsia di competenza, quella sinistra, la Lazio non riesce mai sfondare. Arricchisce la sua prestazione con l’assist per Rosso in occasione del gol che all’8′ porta in vantaggio il Toro.

 

ZENUNI 6,5: a differenza delle precedenze partite Longo non lo schiera sull’ala destra ma come interno di centrocampo nel 4-3-3 granata. Il giocatore albanese gioca comunque un’altra partita più che sufficiente, dando sostanza alla mediana e inserendosi in fase offensiva con puntualità. (st 40′ EDERA 7,5: al 94′ ha sui piedi il pallone dello scudetto ma, tutto solo dal limite dell’area piccola, non riesce a battere Ruggeri. Al 116′ è invece il palo a negargli il gol. Si fa perdonare il primo errore segnando il rigore decisivo, il più difficile da calciare dopo la parata di Zaccagno)

 

DANZA 7: più che per le sue geometrie in mezzo al campo si fa notare per una splendida chiusura nella ripresa su Seck nell’area granata. Senza lo strepitoso intervento difensivo del granata, il terzino biancoceleste si sarebbe trovato a tu per tu con Zaccagno. Al 90′ impegna Ruggeri con una bella conclusione al volo dal limite dell’area.

 

PROIA 6,5: fin dalle primi minuti di gioco recupera palloni su palloni, stoppando diversi tentativi della Lazio di costruire azioni. Allo stesso tempo è bravo a non buttare mai via un pallone quando è chiamato ad impostare. (st 40′ THIAO 6: non ha la possibilità di giocare molti palloni, ma quelli che passano dai suoi piedi non vengono mai persi)

 

DEBELJUH 7: partita di grande sacrificio per l’attaccante croato che, per tutti i novanta minuti, corre, lotta senza mai risparmiarsi. Di testa riesce a prendere ogni pallone che arriva nella sua zona, anticipando sempre il proprio marcatore. Lo si vede poco nell’area avversaria.

 

MORRA 6,5: nelle precedenti due partite era stato con i suoi gol l’uomo della provvidenza granata. Quest’oggi trova invece sulla sua strada uno strepitoso Guerrieri che, nella ripresa, per due volte gli nega la gioia della rete. Prima gli respinge in uscita un conclusione di destro, poi un colpo di testa ravvicinato.

 

ROSSO 8: questa per Rosso è la stagione delle emozioni forti. Prima l’esordio in serie A a San Siro, oggi, nella finale scudetto, il gol che porta in vantaggio il Torino con un tiro imprendibile che si infila sotto la traversa. Spesso si trova a dover avere a che fare con un cliente scomodo come Pollace. Quando punta l’uomo si dimostra sempre inafferrabile (sts 4′ LESCANO 6: con il suo ingresso prova a dare freschezza al reparto offensivo).

 

All. LONGO 10: se la Primavera del Toro è tornata a vincere lo scudetto dopo ventitré anni gran parte del merito va attribuito al suo allenatore. La Primavera granata è la perfetta rappresentazione delle qualità del proprio tecnico, sia dal punto di vista che tattico che caratteriale. Nella partita di oggi, tatticamente vince il duello con il collega biancoceleste Inzaghi: lo dimostra il primo tempo interamente di marca granata grazie al 4-3-3 che soprende la Lazio. Non è un caso che il primo tempo si chiuda con il Toro in vantaggio.