Una delle visite che non ti aspetti. L’ha fatto in silenzio, con la famiglia, per conoscere una storia, quella del Grande Torino, con cui entrerà a strettissimo contatto lunedì, durante le celebrazioni dell’anniversario della tragedia. L’ha fatto in silenzio, ma non poteva passare inosservato. E così, Marco Benassi, di professione centrocampista, ha deciso di capire prima, e da solo, che cosa volesse dire vedere la lapide con inscritti i nomi delle vittime dell’incidente aereo che, in quel lontano 4 maggio, pose fine a una delle più belle e vincenti squadre del mondo.

Sorridente, disponibile alle foto con i tifosi presenti che stavano allestendo l’area (con un’enorme gigantografia dei giocatori del Grande Torino) ma anche molto concentrato. È evidente che, per un giocatore del Toro, vivere l’esperienza di Superga ha un valore davvero particolare. Soprattutto se si è molto giovani, se si è sentito parlare di tutto questo, di aver intercettato, captato qualcosa, ma solo alla lontana.

Un gesto di grandissima maturità, quello di Benassi, che non può passare inosservato. A due giorni dalla messa, lui voleva già esserci, voleva capire, voleva, in qualche modo, essere pronto a quello che vedrà domani. Un segno, questo, che dimostra quanto la storia del Grande Torino non sia affatto volta a se stessa, ma che anzi permetta ai giocatori di capire davvero il peso della maglia che indossano, che va ben oltre una partita di pallone. Una storia, infine, che merita, anno dopo anno, di essere sempre ricordata.

(si ringrazia per la foto P. B.)


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