Cambia un allenatore, cambia, non poco, il volto di una squadra. Non poco, ma nemmeno troppo. Almeno è quanto vorrebbe Urbano Cairo, che ha esplicitamente fatto capire come la linea da seguire da parte di Mihajlovic non dovrà essere in contrasto, ma in aperta continuità con quanto fatto in questi cinque anni da Giampiero Ventura. Anche per giustificare gli investimenti fatti la scorsa stagione: tutti (o quasi) giocatori giovani, di proprietà, che al Toro e alla Serie A possono fare molto. Ma c’è un settore del campo che, oltre all’attacco (partendo quasi sicuramente Immobile, con Maxi Lopez in bilico e un cambio modulo in atto, succederà parecchio) rischia di essere ribaltato come un calzino. Ed è, a sorpresa ma non troppo, la porta.
Perché non troppo? Perché, di fatto, è stato un po’ il cruccio della squadra granata da tre anni a questa parte. Da quando, cioè, Daniele Padelli, da secondo di Gillet (che secondo un’eccessivamente ottimistica previsione non avrebbe dovuto disputare troppi mesi di squalifica per la ben nota vicenda del calcioscommesse) si è trovato titolare, in una delle più belle stagioni della recente storia granata. Fu la consacrazione, per il giocatore classe ’85, le cui lacune – poi reiterate anche negli anni successivi – erano state parzialmente mascherate proprio dai buoni risultati collettivi. Ma dopo tre anni, e non poco attrito in quello appena concluso con una parte della tifoseria, anche l’attuale titolare potrebbe lasciare.
Detto di Castellazzi (rinnovo a rischio), e di Ichazo, che il Toro è intenzionato a prestare anche su spinta del giocatore stesso che ha bisogno di fare esperienza, l’estremo portiere granata si vedrà, di nuovo (era accaduto anche due anni fa), a dover lottare parecchio per una maglia da titolare. Ma non più con l’esperto Gillet, bensì con un rivale alle prime armi in Serie A, che però in B ha dimostrato di essere di categoria superiore: quell’Alfred Gomis che tornerà alla base e che verrà valutato attentamente da Mihajlovic nel ritiro di Bormio, con buone chances di partire titolare.
Ma come la pensa Padelli? Questo è il punto. Il Toro, da un lato, non ha tutta la fretta di cederlo. Lui, però, non vuole perdere il treno che lo potrà, forse, ricondurre alla Nazionale (arrivata proprio nel magico anno del Toro di Cerci e Immobile): passare un anno con una titolarità non garantita, a 30 anni, per di più con il contratto che l’anno prossimo andrà a scadenza, rischia di essere un dietrofront notevole per la sua carriera. L’agente del giocatore, Silvano Martina è in questi giorni a Milano, e ha in programma di contattare la dirigenza granata per capire il da farsi. Se dovesse chiedere la cessione (ma dovrà farlo esplicitamente), il Toro lo accontenterà, pronto a cercare sul mercato un’alternativa (qualche conferma arriva da Gabriel, ma è più un sondaggio) che, però, possa portare a una sana competizione con Gomis, non a equivoci sulla titolarità che, almeno di recente, non bene hanno fatto ai vari protagonisti.
Paradossalmente, l’unica certezza che in questo momento ha il Torino è proprio il fatto che si ripartirà da Alfred Gomis, quel portiere alle prime armi di cui sopra. Con Padelli destinato a doversi rimboccare le maniche, ancora una volta. Se deciderà di restare.