La giornata di ieri, in casa granata, non ha portato a esiti ufficiali. Ma passi avanti ce ne sono stati, eccome. Sinisa Mihajlovic è infatti tornato a Torino, dove in mattinata ha parlato con la dirigenza, per continuare a pianificare il lavoro che andrà fatto nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Un incontro che ha fatto séguito a quello della scorsa settimana e che non fa altro che confermare come, a Luglio, sarà lui a guidare la truppa che partirà alla volta di Bormio, per la prima fase del ritiro estivo. Il dado è tratto, per lo meno ufficiosamente. E il Torino non aspetterà più Giampiero Ventura, con il quale sta trattando per la rescissione consensuale e per la chiusura anticipata del contratto che, altrimenti, sarebbe stato in essere fino al 2018.
Anche in questo caso, il solco è già stato tracciato (qui i dettagli sulle cifre della buonuscita), ed è davvero molto difficile che si possa pensare di tornare indietro. Anzi, è praticamente impossibile, ed è un discorso che va a prescindere dal possibile approdo del tecnico attualmente granata in Nazionale. Azzurri o meno, in sostanza, Ventura non sarà più l’allenatore del Toro, dopo che il confronto con Cairo ha portato a capire che, probabilmente, meglio sarebbe stato dividersi, dopo cinque anni particolarmente intensi e, sicuramente, fruttuosi sotto tanti punti di vista.
Più che Mihajlovic, ora si aspetta proprio la firma della chiusura del rapporto con Ventura, prima di poter procedere con le ufficializzazioni. In questo modo, l’incastro sarà completato: il Toro non dovrà pagare due ingaggi, Mihajlovic (già liberatosi dal Milan) vedrà confermato il passaggio in granata per il quale ha già l’accordo nel dettaglio, Ventura sarà libero di accasarsi dove meglio riterrà. Se lo riterrà. Il sogno del tecnico, che il 1 giugno convolerà a seconde nozze, è quello di allenare proprio la Nazionale, e con Tavecchio il discorso è particolarmente avviato. Ma non è escluso che, dovesse saltare il passaggio in Azzurro (resta comunque il candidato principale), deciderà di prendersi qualche tempo di pausa, prima di tornare in gioco. In un club, certo, magari anche a campionato in corso, se gli verrà presentato un progetto solido su cui costruire qualcosa. Come gli era capitato cinque anni fa a Torino, per quella che è stata una delle parentesi più importanti della sua lunga carriera calcistica.