Un mito che va oltre il colore delle maglie. Così Maurizio Sarri ha riassunto il Grande Torino: parole di stima e affetto, da parte di chi oggi è tra i principali protagonisti del calcio italiano, verso una squadra che lo è stata di quello mondiale fino a quando il fato non ha deciso che la storia di quel gruppo di calciatori dovesse concludersi nel modo più tragico.

 

Parole, quelle di Sarri, tutt’altro che scontate, che arrivano dopo i fatti: dopo che il tecnico, per il secondo anno consecutivo, ha voluto ritagliarsi del tempo per salire a Superga e omaggiare Mazzola e compagni. Non tutti lo avrebbero fatto, specialmente a poche ora dall’inizio di una partita importante come lo era quella contro il Toro per il Napoli, una partita da vincere assolutamente per non essere scavalcati al secondo posto in classifica dalla Roma.

 

“Se qualcuno nella settimana dal 4 maggio passa per Torino deve per forza salire a Superga, soprattutto se è una persona di sport, altrimenti vuol di che dello sport non ha capito nulla – ha continuato Sarri, aggiungendo poi – Il Grande Torino è una delle leggende dello sport, se io fossi un professore di scuola elementare o medie renderei obbligatorio parlarne e andare a Superga”. Concetti che ogni tifoso granata non può che condividere e che hanno fatto nascere uno spontaneo e lungo applauso da parte delle decine di giornalisti presenti nella sala stampa dello stadio intitolato proprio alla memoria degli Invincibili. Come detto in precedenza, le parole e gli omaggi fatti dall’allenatore del Napoli al Grande Torino non sono affatto scontati come invece possono apparire, basti pensare a quanti dei rappresentanti dello sport italiano, in particolare quelli al di fuori dell’ambiente granata, abbiano trovato del tempo per salire a Superga e fermarsi per qualche minuto davanti a quei trentuno nomi scritti sulla lapide.

 

 

 

 


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