“Vincere aiuta a vincere“. Ha ben detto Josef Martinez al termine della partita contro il Bologna di ieri, la squadra ha acquisito maggiore tranquillità, pur giocando una gara improntata sul tatticismo e davvero poco spettacolare. Ma come spesso capita nel calcio, i risultati cancellano anche le prestazioni non particolarmente brillanti. Proprio come ieri, dove la squadra ha probabilmente disputato una gara meno esaltante rispetto a quella contro Inter e, in tono minore, Atalanta. Ma i tre punti sono arrivati. Nove, in tre gare. Non accadeva da oltre un anno.
Nemmeno a inizio stagione, infatti, quando il Torino era partito davvero alla grande, Glik e compagni erano riusciti a inanellare un filotto di vittorie consecutive superiore a due, quando, cioè, un ruolino di marcia comincia a essere effettivamnete interessante. Lo scorso anno, questo si verificò a gennaio, e coincise con l’arrivo di Maxi Lopez: vittoria sul Cesena, poi a Milano contro l’Inter, poi un tondo 5-1 alla Sampdoria e, per concludere, il 3-1 in casa del Verona. Grazie a quei 12 punti, il Torino si ricaricò oltremodo: mise da parte ogni timore legato alla retrocessione, iniziò a pensare all’Europa League e, non a caso, riuscì a compiere l’impresa di Bilbao, che difficilmente verrà dimenticata.
In generale, con Ventura in panchina, se si esclude il primo anno di A (che non a caso fu molto faticoso, ma c’era l’attenuante di essere una matricola) almeno una volta in stagione il Torino è riuscito a inanellare una serie di successi consecutivi che, in qualche modo, hanno permesso di dare una svolta alla relativa stagione. Nell’anno dell’insediamento venturiano, in cadetteria, questo accadde due volte: la prima verso l’inizio stagione, quando Bianchi e compagni fecero 15 punti in 5 gare (si fermarono poi a Gubbio, per quella che fu la prima sconfitta stagionale); l’altra verso la fine, con tre vittorie consecutive che consolidarono di fatto la promozione in via diretta. L’anno di Cerci e Immobile, il rush finale portò il Toro a inanellare tre vittorie consecutive e otto risultati utili favorevoli, comprensivi del pareggio beffa con la Lazio e di quelli con Parma e Fiorentina, nelle ultime due gare della stagione. Quel filotto, però, portò i granata a consolidare la settima posizione che, grazie alla situazione del club di Ghirardi, nota e arcinota, permise di accedere all’Europa League.
Quest’anno, le tre vittorie possono aiutare la squadra a non rendere del tutto da buttare la stagione. Anzi, a risollevarla, cercando quantomeno di trovare una posizione stabile nella parte sinistra della classifica. Un obiettivo raggiungibile, se bel gioco (ancora da recuperare), tranquillità e un pizzico di fortuna saranno dalla parte granata, dopo mesi di (colpevole) latitanza. E se “vincere aiuta a vincere”….
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