A freddo si archivia il 191° derby della Mole che verrà catalogato tra quelli più copiosi della collezione, ovvero quelli persi dai granata con annesse recriminazioni. Ancora una volta i soliti fattori (parlare di varianti non sarebbe corretto) hanno inciso sull’andamento e sull’esito finale del match. E questi fattori rappresentano ormai causa di inseparabile frustrazione e irritazione da parte dei tifosi del Torino nel post derby.
E’ insopportabile assuefarsi all’idea che questa partita così sentita dall’ambiente granata sia costantemente indirizzata nel verso opposto dall’arbitro di turno che, come un Robin Hood al contrario, ruba ai poveri per dare ai ricchi. Fuori da ogni retorica è innegabile che in tre quarti degli ultimi derby giocati il Torino sia stato penalizzato al di là dei propri demeriti (nei rimanenti non è stato favorito!) ed abbia avuto di che lamentarsi alla fine della partita.
E’ esasperante il fatto che quelli persi senza aver subito ingiustizie arbitrali si siano risolti col gol all’ultimo respiro, con l’ultimo tiro in porta all’ultimo giro di lancette del cronometro.
E’ indisponente il fatto che sia in un caso che nell’altro la difesa granata sia impacciata ai limiti dell’inverosimile, che sembri di burro, che addirittura sembra faccia di tutto per regalare il gol con disimpegni sui piedi degli avversari, con goffi rimpalli e batti e ribatti che favoriscono gli attaccanti e con letture di situazioni di gioco approssimative.
E’ frustrante la ripetitività di questi episodi che insinuano dubbi sulla regolarità dell’evento sportivo ed alimentano sospetti e rivalità già sin troppo accese.
E’ deprimente che Società, staff tecnico e giocatori si trincerino dietro questi alibi, che pure sono reali, per nascondere le proprie responsabilità di scarsa reattività soprattutto psicologica (più che tecnica) dinanzi ad un avversario che avrà sì più qualità ma che non può avere anche più coraggio, più grinta, più cuore. E’ un oltraggio alla Storia.
E’ irritante che altri sfruttino anche una tale circostanza per vomitare la loro rabbia e la loro antipatia nei confronti di questo o quell’altro tesserato e per farne il capro espiatorio e destabilizzare ancor di più l’ambiente dimenticando (o facendo finta di non sapere) che questo sport non è più quello di trent’anni fa, che il gap economico tra alcune squadre ed altre è sempre più marcato e che in futuro il trend dei derby difficilmente cambierà, tanto più se alla differenza qualitativa si aggiungeranno favori nei momenti (in)opportuni.
CHI SALE:
M. LOPEZ il suo ingresso ad inizio ripresa coincide col miglior momento dei granata. Stavolta si fa trovare in area agendo da punta vera, realizza vanamente il 2-2 con una bella girata e ne sfiora un altro dopo una perfetta protezione del pallone.
BELOTTI ha il merito di interrompere il record di Buffon con un rigore battuto magistralmente. Come al solito si batte e si sacrifica col pressing a tutto campo ed impegna il portiere bianconero con un tiro cross velenoso. Tra i pochi a mettere un certo spirito in campo.
STABILI:
BENASSI ci prova sporcando i guanti a Buffon con un paio di tiri dal limite nei primi 45’. Prova a dar fastidio sebbene in area dimostri che il colpo di testa non è il suo forte. Efficace in qualche recupero pulito, più svogliato nella ripresa.
G. SILVA tra alti e bassi si dedica a compiti esclusivamente difensivi, praticamente non sale mai. Se la cava su Mandzukic ed è perfetto in area su Cuadrado in tackle. Assente nell’azione del raddoppio di Khedira. Tutto sommato fa quel che può.
B. PERES c’è il suo zampino in entrambe le occasioni più importanti del Torino: in una si procura il rigore mettendo il turbo, nell’altra serve a M. Lopez il pallone del secondo gol dopo una discesa travolgente per vie centrali. Per il resto combina poco, soprattutto quando passa a sinistra.
CHI SCENDE:
IMMOBILE cerca di aprire spazi e attaccare ogni pallone. Crea una buona occasione con una giocata dalla sua posizione preferita e nel tentativo di portare all’errore l’avversario si fa male sul finire del primo tempo. La diagnosi è lesione di primo grado alla coscia destra che lo terrà fuori per un mese.
VIVES ha un buon approccio, ci mette grinta e ardore andando a pressare con buona reattività. Poi man mano perde lucidità e metri e consente ai centrocampisti bianconeri di conquistare la trequarti risultando assente nei momenti clou.
ACQUAH dopo qualche segnale incoraggiante nelle ultime prestazioni, fa un passo indietro nella qualità delle giocate ed uno avanti nelle ingenuità (basta rammentare l’ammonizione rimediata e la dormita sul quarto gol). Sovrastato da Pogba e soci nonostante l’armatura fisica.
MAKSIMOVIC un po’ meglio dei suoi compagni di reparto per il filtrante che consente a B. Peres di entrare in area e procurarsi il rigore. Dietro qualche buon recupero ma anche qualche colpa sul secondo e soprattutto sul terzo gol quando lascia passare Pogba anziché fermarlo spendendo un fallo tattico.
PADELLI compie una sola parata su una punizione di Pogba, in quella precedente invece è lento, molle e colpevole. Nelle altre reti non è il principale responsabile ma tiene sempre viva la sensazione di essere fin troppo ordinario e di non compiere mai interventi importanti per salvare la squadra dal tracollo.
MORETTI in affanno. Sbaglia l’uscita su Khedira nell’azione del raddoppio e non chiude la diagonale su Morata sul terzo gol. Di fatto è infilato come un pivello, lui che di solito con l’esperienza riesce a controllare e disinnescare attaccanti di qualità.
GLIK attore protagonista in tutti i gol bianconeri: causa le punizioni del primo e del quarto, concede un’autostrada a Khedira nel secondo e si perde Morata sul terzo. Incertezze in serie e un’ammonizione (potevano essere due) che lo escluderà dal match contro l’Inter.