L’amarezza per il risultato del derby, e per come questo sia maturato (tra prestazione scarsamente sufficiente e clamorose sviste arbitrali), continua a rimanere in casa granata. Un’amarezza che il Torino deve saper trasformare in energie positive, cercando di imparare dagli errori commessi affinché non vengano, davvero, più ripetuti. Le statistiche parlano di un Torino che, in generale, ha troppo subito l’iniziativa juventina. Non tanto per quanto riguarda il computo delle occasioni (9 tiri a 8 per i bianconeri), quanto per le occasioni da gol (6 a 3) e il possesso palla, dato che, solitamente, era sempre stato a vantaggio della squadra di Ventura.

 

Questa volta, Buffon e compagni hanno gestito di più, e meglio, il ritmo della partita, con ben il 63% di possesso, riuscendo quindi a impedire agli avversari di rendersi troppo pericolosi dalle parti dell’estremo difensore bianconero. Ma, di nuovo, a balzare all’occhio sono i dati relativi ai falli e alle ammonizioni. 25 sono i falli subiti dalla Juve, contro i 18 del Torino (spesso Bonucci è rimasto impunito), con quattro giocatori granata ammoniti, tra cui anche il diffidato Glik, contro i tre bianconeri, più l’espulsione di Khedira per proteste verso la fine della partita.

 

Di fronte allo stesso numero di cartellini estratti, emerge però come il Torino ne avesse già tre nei primi 35′ di gioco, contro l’unico, nello stesso intervallo di tempo, della Juventus (Alex Sandro). L’ammonizione a Lichsteiner è arrivata sul finire del primo tempo, e non per quella sceneggiata di inizio gara che lo vide protagonista insieme proprio con il capitano granata. Anche i numeri, in sostanza, penalizzano la direzione di gara di Rizzoli, oltre che il Torino. Qualcosa da migliorare sotto entrambi gli aspetti c’è. Eccome.