Il derby dello scorso aprile non è ricordato solo per il ritorno alla vittoria del Toro, grazie ai gol di Darmian e Quagliarella, ma anche per il lancio della bomba carta in Curva Primavera, da parte di un tifoso juventino. La notizia aveva fatto il giro di Italia, abbinata all’assalto al pullman bianconero da parte di alcuni tifosi granata. Nel caos inziale, la responsabilità del lancio della bomba carta era stata addirittura addossata agli stessi granata (“esplosione accidentale”), ma con il proseguo delle indagini, soprattutto grazie alle immagini amatoriali degli increduli tifosi del Toro, si è scoperta la verità.

 

Il colpevole del gesto, Giorgio Saurgnani, 28 anni, di Bergamo era stato prima fermato, poi rilasciato e successivamente nuovamente arrestato per aver aggredito, insieme ad altri complici anch’essi arrestati, un pullman di tifosi del Verona nel gennaio 2015, fermo a un autogrill. Dopo tre giorni di libertà (era appena uscito per i fatti del 26 aprile), è arrivato quindi il nuovo avviso di custodia cautelare.

Il risvolto più inquietante, però, emerge da una conversazione su Whatsapp, a proposito, proprio, del lancio della bomba carta rivolta al settore granata. Saurgnani e altri tifosi bianconeri, tutti del bergamasco, nell’organizzare altri fatti di sangue avrebbero commentato già lo scorso 12 giugno: “Sarebbe bello avere come imputazione tentata strage“.

 

Inizialmente, paradossalmente, a pagare le conseguenze degli episodi fu soltanto il Torino per il lancio di oggetti, per i calci e i pugni sferrati al pullman bianconero all’arrivo all’Olimpico da parte di un gruppo di propri sostenitori, che ha portato alla rottura di un finestrino del mezzo, senza però conseguenze per alcuna persona. La società granata non aveva infatti potuto vendere i biglietti ai propri tifosi per la successiva gara casalinga di campionato: quella contro l’Empoli. Per la pena inflitta alla Juventus,  bisognò, invece, aspettare ancora diverse settimane, con la riduzione da due a una le giornate di squalifica per i settori caldi dello Stadium. Il ricorso bianconero diede vita ad un derby con il Torino anche a suon di comunicati sui propri siti ufficiali. “Le sentenze vanno rispettate e non commentate” era stato l’invito rivolto dalla società granata a quella bianconera. Un brutto episodio che rimase al centro dell’attenzione dei due club anche nelle settimane successive, ma che sopratutto mostrò la difficoltà della autorità competenti nel prendere le giuste misure punitive. 

 

 

 

 

 


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