“Ho ancora due anni di contratto, ma non resto qui se non si vuole proseguire un discorso in comune, o se il popolo granata non mi vuole“. È la prima volta che Giampiero Ventura ha messo in discussione la sua permanenza al Torino, e l’ha fatto in un momento particolarmente delicato, quando ieri si è tenuto uno schietto faccia a faccia tra tecnico e alcuni tifosi, presenti all’allenamento in Sisport. Parole chiare, quelle dell’allenatore granata, che molto più del ds Petrachi si è fermato a cercare di instaurare un dialogo con i tifosi, davvero a 360°. Dal passato, al presente. Dal presente al futuro.
E dopo il siparietto con Cairo di qualche settimana fa, in occasione del postpartita di Torino-Carpi (“l’allenatore me lo tengo ben stretto” aveva dichiarato il presidente), qualcosa sembra essere ulteriormente cambiato. Anche a causa dei risultati, che continuano a non aiutare. Vero, da un lato il Torino ha provato a dare una scossa almeno dal punto di vista dei risultati, ma i punti continuano a mancare, e la pazienza dei tifosi è ai minimi termini.
Ma se il futuro di Ventura veniva già considerato incerto prima, ora, invece, per la prima volta viene messo in discussione dal diretto interessato. “I risultati non arrivano? Contestate me, non i giocatori. Poi al 15 maggio faremo tutte le valutazioni del caso” ha continuato l’allenatore, che sa bene di aver avuto un ruolo determinante in questi 4 anni di Torino, nel bene (tanto), come nel male. Se il giocattolo si è davvero rotto, lo dirà solo il tempo. Di certo, le certezze di inizio stagione sono in parte cadute. Anche in chi, di queste certezze, è stato assoluto artefice.