A Perugia faticano a credere che un giocatore come Sanjin Prcic abbia potuto vivere sei mesi anonimi come quelli al Toro. Eppure è così, dato che il classe ’93 di nazionalità bosniaca alla corte di Ventura era considerato poco più che un rincalzo, al massimo l’uomo delle partitelle in provincia del giovedì. Un modo per sgranchirsi le gambe in attesa di tornare a sedersi in panchina la domenica.
Acquistato (in prestito dal Rennes) studiato, bocciato. Di occasioni il giocatore ne ha avute veramente poche, chiuso dagli inamovibili Gazzi e Vives. Talmente poche da domandarsi se 27 minuti (divisi in due partite) siano abbastanza per decidere di ‘liberarsi’ a cuor leggero di un giocatore che sta dimostrando il contrario, a suon di gol e prestazioni. Scalzare i due mediani è impresa impossibile: negli anni nessuno ci è mai riuscito, e questo ha convinto tutti che senza Gazzi o Vives il sistema di gioco di Giampiero Ventura non potrebbe funzionare. Un dato di fatto incontrovertibile (avremo mai la controprova?), a quanto pare, con buona pace dei registi. E chissà che Pirlo e Verratti non inizino già a preoccuparsi visto che tra i candidati per la panchina azzurra pare ci sia anche Ventura.
Pirlo e Verratti, i due giocatori ai quali Prcic si ispira, tanto da non perdere nemmeno una partita dei suoi beniamini: ieri il bosniaco ha sbloccato non un match qualsiasi, ma quello che il Perugia ha giocato in casa del Cagliari, la squadra più attrezzata della B. Si tratta del terzo gol in B per l’ex centrocampista del Rennes (uno lo ha realizzato anche nel derby contro la Ternana), che in Umbria è rinato.
Il Toro non ha creduto in lui, o avrebbe scelto di farlo crescere all’ombra dei titolari, preparando il terreno in vista della prossima stagione, O forse qualcuno pensa che Gazzi e Vives siano eterni?