La stagione del Toro è quasi totalmente compromessa ma non è tardi per provare a rialzare la testa facendo tesoro degli errori commessi: ecco i dieci comandamenti da osservare per dare un senso a questa annata.
1- Vincere il derby: perché è l’ultimo obiettivo rimasto, perché è l’unico modo per salvare (in parte) una stagione da dimenticare in fretta, perché cancellare la brutta figura di dicembre in Coppa Italia è quasi d’obbligo. È la partita in cui il Toro è chiamato a fare il Toro, senza se e senza ma.
2- Tornare al successo casalingo dopo due mesi di digiuno: è dal 16 gennaio scorso che i granata di Ventura non vincono davanti al proprio pubblico. L’ultimo successo, quello con il Frosinone, sembrava poter rappresentare la svolta: l’arrivo di Immobile, il primo gol in granata dell’ex Siviglia, la doppietta di Belotti.
3- Riappacificarsi con la tifoseria: il pubblico di fede granata non ha mai fatto mancare il proprio supporto alla squadra, in casa e lontano dall’Olimpico. Il rapporto, al momento, vacilla: è il momento di invertire la tendenza e riappacificarsi con la tifoseria, regalando soddisfazioni e ricambiando il grande affetto.
4- Valorizzare i più giovani: a nove partite dalla fine di una stagione ormai compromessa, può essere utile responsabilizzare chi finora ha trovato meno spazio. Giocare d’anticipo in vista della prossima annata, far rifiatare chi sembra aver dato tutto (come Molinaro, ormai palesemente stanco e meno lucido di qualche mese fa) e dimostrare di avere fiducia anche delle seconde linee. Jansson Silva e Zappacosta meritano una chance.
5 – Evitare di mandare in frantumi anni di lavoro: da una stagione come quella attuale si può rischiare di raccogliere solo cocci. Per fare in modo che a maggio non resti altro che un cumulo di macerie, per non dover ripartire da zero, è obbligatorio intervenire subito. Veterani rassegnati, ‘panchinari’ ormai demotivati: il rischio è non avere nulla da cui ripartire, non solo lo zoccolo duro.
6- Valutare bene le scelte tecniche per il futuro: mai come in questo momento è necessario capire quale strada intraprendere e a quale condottiero affidare il compito di guidare il Toro. Contratto o no la società – presidente in testa – è chiamata a valutare con estrema attenzione l’eventualità di cambiare idea sulla guida tecnica. È Ventura l’allenatore al quale affidare un Toro da ricostruire?
7- Operare con maggiore attenzione nel prossimo mercato: gli investimenti della sessione estiva e i conseguenti risultati della squadra granata dimostrano quello che molti sanno già, e cioè che spendere non equivale a vincere. Il Toro ha messo le mani su giocatori di prospettiva ancora da svezzare ma non ha investito abbastanza sulle alternative. La conseguenza è che a furia di fare gli straordinari (e Baselli è l’esempio lampante) la stagione per qualcuno è finita troppo in anticipo.
8- Fare chiarezza sui punti fermi: blindare chi crede nel progetto, non trattenere giocatori se non convinti della scelta. Costruire intorno ad essi qualcosa di duraturo per evitare di trovarsi, di stagione in stagione, a dover ricominciare da capo.
9- Ritrovare fiducia nei propri mezzi: troppo netto il divario tra il Toro di inizio stagione e quello allo sbando degli ultimi mesi. Eppure la rosa era la stessa: serve ritrovare fiducia e convinzione nei propri mezzi.
10 – Costruire una mentalità vincente: i mezzi tecnici da soli non bastano per ottenere i risultati, perché sempre più spesso è la mentalità a fare la differenza. Deve essere una prerogativa di una squadra come il Toro: carattere, grinta, voglia di emergere, voglia di lottare fino a quando c’è anche la più residua delle speranze.