Agroppi, sta seguendo il Toro? Che impressione le ha fatto?

Sì, lo sto seguendo. È un campionato indubbiamente modesto di sicuro non siamo riusciti a ripetere la stagione dell’arrivo in Europa, l’anno di Cerci e Immobile. I tifosi ovviamente non sono soddisfatti ma bisogna capire che il valore è quello e non è sicuramente un valore eccezionale.

 

Domenica allo stadio c’è stata un po’di contestazione.

I tifosi che  vogliono bene al Toro, alla maglia alla storia devono capire che il Toro farà sempre fatica a inserirsi nelle posizioni alte della classifica a meno che Cairo non decida di tirare fuori tanti soldi ma sinceramente non glielo consiglio. I presidenti che spendono tanto poi rischiano brutte sorprese. Cairo garantisce la Serie A e questo è già importante e bisogna considerare che non ha i soldi di Milan, Inter, Juventus o Napoli. Non devono prendersela con i giocatori, non è vero che non sono da Toro, che non hanno lo spirito da Toro. Semplicemente mancano le qualità tecniche. Non ci sono più i giocatori come Pulici e Graziani. Bisogna sostenerli, non è che scendono in campo per fare i vagabondi o per perdere apposta. Bisogna considerare che ci sono anche le concorrenti, bisogna accettare la realtà. Non ci sono grandi giocatori, bisogna cercare di fare bene, battere qualche grande, possibilmente la Juventus.

 

Proprio la Juventus ha riservato un brutto colpo al Toro in Coppa Italia.

SI, quel 4-0 non ci voleva assolutamente, da quel momento è cambiato tutto. Tutte le partite si possono perdere ma non in quel modo. Non facendosi umiliare e soprattutto non dalla Juventus. I tifosi questo non lo sopportano e sinceramente quella sconfitta non è andata giù nemmeno a me.

 

In squadra si è rotto qualcosa rispetto all’inizio del campionato. Secondo lei cos’è successo?

Bisogna considerare che il rendimento di una squadra non è sempre uniforme, non può essere lo stesso da settembre a maggio. Basta guardare l’Inter. A inizio stagione sembrava aver già vinto lo scudetto adesso se perde domenica scende ulteriormente in classifica. Il rendimento dei calciatori è sempre un punto interrogativo. È stato così anche per me. L’anno del gol annullato a Barbaresco contro la Sampdoria io feci 7 gol e in Maratona misero uno striscione “Agroppi il baffo che uccide”. L’anno dopo non feci la stessa stagione e lo striscione divenne “Agroppi il baffo da uccidere”. Di sicuro non c’è nulla.

 

Cosa pensa del mercato di gennaio del Toro? Cairo doveva prendere più rinforzi oltre a Immobile?

Oggi cercare calciatori mediamente buoni o ottimi vuol dire tirare fuori un sacco di soldi fra ingaggio e cartellino. Senza contare che ogni società quando prende un giocatore se il cartellino vale un milione la società ne tira fuori due perché deve pagare le tasse. Per prendere giocatori che cambino la fisionomia del Toro, Cairo dovrebbe tirare fuori troppi soldi e ormai il campionato è compromesso. Se li deve investire li investirà per il prossimo anno. Le società devono garantire di arrivare a fine mese e pagare gli stipendi non solo ai giocatori ma anche ai propri dipendenti. Il pericolo che hanno corso molti presidenti, anche del Toro, è di fare il passo più lungo della gamba e portare la società al fallimento. Non si deve spendere tanto per spendere. Cairo in questo è una persona oculata. Prendiamo ad esempio i Della Valle. Loro sono miliardari ma quando sono arrivati a Firenze hanno chiaramente detto che con il calcio non volevano rimetterci ma divertirsi. E anche il Toro sa che non può competere con squadre come la Juventus o il Napoli, non ha lo stesso indotto. Come ho detto prima Cairo garantisce la Serie A ed è già una cosa importante. Se si guardano altre realtà molti presidenti per far contenti i tifosi hanno spesso moltissimo e poi li hanno delusi perché sono finiti in Serie B o peggio. Sinceramente anche se Cairo si potesse permettere di comprare 3 o 4 giocatori a 25 milioni di euro sarei io il primo a chiamarlo e dirgli di non farlo.

 

Anche Ventura è entrato nell’occhio del ciclone.

Anche gli allenatori hanno un rendimento differente, tutti gli allenatori. Io sinceramente stimo molto Ventura ma onestamente lo sollecito ad andare via a fine anno. Anche per il suo bene. Dopo cinque anni si rischia di non avere più la stessa presa. Si dicono sempre le stesse cose, si hanno gli stessi atteggiamenti e si fanno sempre gli stessi allenamenti e questo non ha più presa sui giocatori. Si rischia che si instauri un rapporto più confidenziale. È una cosa normale dopo 5 anni ma non va bene. Tra allenatore e giocatori si deve mantenere le distanze. Non ci sono più spinte, sia per la squadra sia per Ventura stesso. Qualsiasi allenatore non dovrebbe stare sulla stessa panchina per più di 4/5 anni. Quasi quasi vengo io (ride ndr.). Io purtroppo l’ho perso per un pelo. Mi era stato offerto con una stretta di mano il Toro ma poi le cose sono andate diversamente. È il rimpianto più grosso che ho, ma ormai ho 72 anni e un po’di acciacchi e il mestiere dell’allenatore è diventato troppo stressante. Oggi convivere con i giocatori non è facile. Come disse una volta Boskov molti hanno “testa buona solo per tenere cappello”.

 


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