Gli svarioni clamorosi dell’arbitro Gervasoni. Il debutto granata di Maksimovic. E ancora un Ventura che alla fine non sa se piangere per la vittoria sfumata al 93’ o ridere per una sconfitta lambita all’intervallo. Eppure Sampdoria-Torino datata domenica 6 ottobre 2013 entra di diritto negli annali per un altro motivo. Quel giorno, infatti, nasce la favola bella, veloce ma intensa, dei mini-gemelli del gol Cerci-Immobile. Dopo sei partite ad annusarsi e a cercarsi, per accendere la scintilla bastano dieci minuti a metà ripresa; e da quel momento tutto diventa bello. Il gol realizzato da Immobile, da grande rapinatore d’area, è il primo in maglia granata, e Ciro lo dedica alla piccola Michela. Il rigore di Cerci è il frutto di una superiorità che per lunghi tratti della ripresa è addirittura schiacciante. Il tutto in un pomeriggio in cui Gervasoni fa imbestialire chiunque, mandando le due squadre sulle montagne russe. Forse al fischietto di Mantova i finali di tempo vanno di traverso, nel primo tempo fa incavolare la curva doriana, nella ripresa la rabbia è tutta granata. Il primo episodio in “giallo” arriva al termine della prima frazione di gioco: Gervasoni concede due minuti di recupero e proprio allo scadere arriva l’episodio incriminato. Darmian ferma fallosamente Gabbiadini al limite, il difensore granata viene ammonito e sul pallone va Palombo. Il recupero sta scadendo ma Gervasoni fa battere la punizione accordandosi preventivamente con Palombo e Vives: subito dopo la conclusione il primo tempo è finito. E così avviene: il tiro del doriano viene respinto corto da Padelli, e Gervasoni fischia la fine del primo tempo proprio mentre Pozzi si scaraventa sul pallone e fa 2-0. Marassi esplode, ma Gervasoni fa segno di no, il gol non vale, tutti negli spogliatoi con il punteggio di 1-0, frutto del gol dell’ex Sansone che al 41’ si infila nella indecisione granata e fa secco Padelli. La ripresa è tutta granata, almeno fino al 48’, fino al secondo episodio griffato Gervasoni: l’intervento di Glik su Eder è limpido ma l’arbitro sancisce il rigore che viene realizzato dal brasiliano per il 2-2 finale. “Se me lo davano contro non facevo certo i salti di gioia…” commenterà negli spogliatoi un onesto Delio Rossi. Resta lo spettacolo, il divertimento, il pathos, la gioia che diventa rabbia e la rabbia che diventa gioia. E anche quel cambio di modulo che travolgerà e stravolgerà anche la stagione granata, Cerci largo di galoppare e di inventare, sigillo di Ventura, che farà proseliti anche in Nazionale. Da allora son passati 850 giorni; eppure sembra un secolo.

 

 

Marassi, domenica 6 ottobre 2013, ore 15

 

SAMPDORIA-TORINO 2-2 (1-0) RETI: 41’ pt Sansone, 21’ st Immobile, 31’ st Cerci (rig.), 48’ st Eder (rig.). SAMPDORIA: Da Costa, Gastaldello, Palombo, Mustafi, De Silvestri, GhetsouglouObiang, Gavazzi (33’ st Wszolek), Gabbiadini, Sansone, Pozzi (29’ st Eder). All. Rossi. TORINO: Padelli, Glik, Bovo (6’ pt Pasquale), Moretti, Darmian, Brighi, VivesEl Kaddouri (9’ st Meggiorini), D’Ambrosio (42’ st Maksimovic), Immobile, Cerci. All. Ventura. ARBITRO: Gervasoni di Mantova. NOTE. Ammoniti: GabbiadiniVives, Immobile, Sansone, Pozzi, Darmian, D’Ambrosio, Glik.

 

Spettatori: 20.492. 


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