Che Fabio Quagliarella non fosse più tra la lista degli incedibili è cosa ormai nota da diverse settimane, da prima ancora di quell’episodio con il Napoli che ha portato a una frattura (poi almeno in parte ricomposta) con l’ambiente granata. Le interessate per l’attaccante non mancano (Udinese in primis, ma anche la Sampdoria), anche se non si sono ancora mosse ufficialmente. Perché? Perché il Toro, che per acquistare il bomber dalla Juventus ha speso circa 3 milioni di euro, è disposto a una piccola svalutazione del suo cartellino, non di certo a ridurre drasticamente il prezzo per una sua cessione.

 

Massimo cinquecentomila euro di sconto, non uno di più, è quanto Cairo sembra intenzionato a concedere ai potenziali acquirenti dell’attaccante che, con quattro panchine di fila e con l’arrivo di Immobile, sembra effettivamente passato in secondo piano, nonostante la stima di Ventura nei suoi confronti. Una valutazione che tiene conto da un lato dell’avanzare dell’età, ma dall’altro che per il Torino, la sua partenza, potrebbe comportare non pochi problemi di composizione delle rose, secondo la nuova “normativa Tavecchio“.

 

In quanto prodotto del vivaio, infatti, Quagliarella non va a incidere nel computo dei 17 giocatori, su 25, che non sono né prodotti del vivaio della squadra, né di un altro club italiano. Merce rara, in casa granata, dal momento che i giovani (escluso forse Alfred Gomis, sul quale il Toro sta facendo qualche valutazione per il futuro) ex Primavera sono per ora prestati altrove senza particolari prospettive di tornare in granata per restare. E con il problema lista sullo sfondo, il Toro prova a muoversi nel melmoso acquitrino del calciomercato invernale, che ha finora portato a un arrivo e a zero partenze, che bloccano, di fatto ogni possibile altro acquisto.

 


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