4 partite e 228′ di gioco. È certamente magro il bottino di Danilo Avelar nella sua prima esperienza a Torino. Fermato per un infortunio al ginocchio, il terzino brasiliano ha vissuto un calvario che non lo ha ancora portato a un pieno recupero della forma. Di fatto, anzi, il calvario continua: non sono infatti bastati gli spezzoni di gara contro Juventus in Coppa Italia e Udinese in campionato (prima della sosta natalizia) per rivedere finalmente titolare il giocatore, dopo 12 gare di assenza.
Decisamente troppe per chi ha subìto un’operazione al menisco che, perfettamente riuscita, ha in realtà portato alla luce vecchi problemi al ginocchio a seguito di un’operazione di diversi anni fa, quando il terzino giocava in Ucraina. Quando forzava il ritmo in allenamento, infatti, il dolore si riacutizzava, comportando un ulteriore stop che lo ha portato a perdere completamente la brillantezza atletica che aveva acquisito durante l’intesa fase di preparazione estiva all’attuale campionato. Così, dopo l’esclusione per la sfida contro il Napoli, anche contro l’Empoli è arrivata un’altra panchina. E nemmeno in quella gara è potuto scendere in campo, a differenza di Maksimovic che in tre mesi, e con una frattura al piede, è tornato regolarmente a giocare disputando un’intera partita.
Il Toro, va da sé, ha bisogno di ritrovare Avelar. Molinaro è leggermente sulle gambe (lo dimostrano le partite in calo sia prima, sia dopo la sosta natalizia), nonostante goda di tutta la fiducia di Ventura e anche della dirigenza, che gli ha appena rinnovato il contratto fino al 2017. Ma i 2,5 milioni di euro spesi, più il prestito di Barreca (per altro poco sfruttato in quel di Cagliari), non stanno ancora rendendo secondo le aspettative. Sperando che con il Frosinone anche il giocatore possa decisamente voltare pagina, per garantire a Ventura quel quid qualitativo che alla squadra manca parecchio.