Nella giornata scandita dal numero 150, come le presenze di Vives in A e quelle di Glik con la maglia del Toro, non poteva non arrivare la vittoria numero 150 in campionato da quando Urbano Cairo è presidente dei granata. Un curioso caso del destino affatto scontato: perché alla vigilia della gara di Bergamo quello che il Toro avrebbe compiuto a Bergamo non era certo. 

Due mesi dopo il Toro torna a vincere su un campo non facile come quello di Bergamo: anche stavolta la squadra granata sceglie di non essere banale. Lo sarebbe stato, banale, vincere a Modena contro il Carpi o non prendere gol dal Genoa al 93′ dopo aver trovato quello del vantaggio un paio di minuti prima. Lo è certamente meno andare a battere una squadra che in casa costruisce solitamente le proprie fortune (in cinque partite, prima del Toro, quattro vittorie e un pareggio): invece il Toro ha scelto incosciamente proprio l’Atalanta per ripartire dopo due mesi da incubo. 

Il Toro sa, e vale per Ventura in primis, di non aver risolto tutti i suoi problemi con una vittoria, seppur di peso ed importante. Il successo all’Atleti Azzurri d’Italia dà linfa ai granata e permette alla squadra di chiudere un capitolo buio: vincere aiuta ad accrescere l’autostima, a prendere coraggio, ad accorgersi di avere i mezzi per diventare protagonisti. Oltretutto in una domenica segnata dall’ennesima assenza per l’ennesimo infortunio, stavolta quello di Benassi.

Per un Bovo riscopertosi goleador (seconda rete consecutiva se si pensa che il difensore con l’Inter era squalificato) c’è un attacco che fatica ad ingranare: eppure avrebbe i mezzi per spiccare il volo, questo reparto. Lo dicono i nomi e i numeri recenti, ma al momento la squadra deve fare i conti con il digiuno di Quagliarella (62 giorni senza gol), l’appuntamento col gol che per Belotti tarda ad arrivare, senza contare l’apporto non felice di Maxi Lopez e Martinez, ieri poco impiegatil, in termini di gol. 

La prima buona notizia è che il Toro si è finalmente sbloccato scrollandosi così di dosso un po’ di ansie. La seconda che d’ora in avanti potrà solo crescere e far meglio, recuperare i giocatori ai box, fare in modo che i suoi mancati protagonisti possano diventarlo. Insomma, fare in modo che gli ultimi due mesi siano solo un episodio (forse fin troppo lungo) di un campionato abbastanza lungo per rimettere le cose a posto. 

 

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