Toro-Lazio è ormai una classica. Da quando la Primavera granata ha rimesso piede nell’Olimpo, da quando è tornata a dire la sua e a giocarsi lo scudetto, i biancocelesti sono sempre stati sulla strada del Toro. A partire da quel 2 giugno del 2012: dopo anni di Purgatorio la Primavera di Antonino Asta si qualificò per le fasi finali, vincendo il proprio raggruppamento dopo un girone di ritorno praticamente perfetto, culminato nel successo nel derby dopo sette anni di sconfitte. Fu Toro-Lazio subito ai quarti, a Gubbio: il gol di Emmanuel dopo soli 4′ rovinò i piani ai granata. La squadra di Alfred Gomis, Chiosa, Vita e Diop andò ancora sotto ad inizio ripresa e a nulla valse il gol di Pinelli in pieno recupero. L’anno dopo toccò a Moreno Longo prendere le redini della squadra Primavera: due grandi gare playoff prima della final-eight a Città di Castello. Ancora Lazio, manco a dirlo, subito ai quarti. E ancora un ko, 1-0: una partita sfortunata nella quale il Toro non sfigurò ma, al contrario, mise in difficoltà i biancocelesti.
Due sconfitte in due anni, ma nel 2014 a Rimini, la beffa è servita dai granata: Toro e Lazio di fronte in semifinale, una partita snervante e infinita che i granata di Longo vincono 4-3 grazie ad una splendida rete di Morra nei tempi supplementari, ad una manciata di minuti dai calci di rigore. Quella squadra vide poi svanire il sogno scudetto in finale contro il Chievo.
E siamo arrivati all’ultima delle quattro sfide, la più fresca, la più bella: Chiavari, 16 giugno 2015. Apre Rosso, pareggia Prce: ai supplementari il risultato non si schioda dall’1-1 e i rigori stavolta dicono Toro. Festeggia la squadra granata, si dispera quella di Simone Inzaghi. Oggi, alle 18, molti di quei protagonisti si ritroveranno di fronte: in palio c’è un trofeo che i granata non hanno mai vinto mentre la Lazio è alla terza partecipazione consecutiva (una sconfitta nel 2013 e una vittoria nel 2014). La parola, adesso, passa al campo.