Sprazzi di vero Zappacosta. Finalmente anche il terzino granata, su cui erano state riposte molte aspettative, ha dato un primo saggio delle sue caratteristiche e qualità, che avevano convinto il Toro a investire circa 5 milioni di euro per prelevarlo, insieme con Baselli, dall’Atalanta. Tutt’altro che una piccola spesa, che chiaramente ha portato il tifoso a immaginarsi un giocatore da subito determinante, capace di mettere in mostra un quid qualitativo in più rispetto ai compagni.

 

Così non è stato, per lo meno non subito. Ma, si sa, soprattutto per i giocatori giovani (e di talento), ci vuole pazienza da parte del pubblico, e applicazione da parte del diretto interessato. Che non sono mancati, in nessuno dei due casi. E ieri sera, al di là della rete segnata (che costituisce però gran parte del voto positivo che il terzino si è meritato) si è potuto verificare che, effettivamente, la materia prima su cui lavorare è di alta qualità.

 

Tante discese, degli ottimi cross e una determinazione che l’ha portato, anche a pochi minuti dalla fine, a tentare l’ennesimo scatto e l’ennesimo spunto per Baselli che gli hanno procurato un affatticamento muscolare, da valutare nelle prossime ore. E poi c’è, appunto, il gol: un tiro voluto, con il preciso scopo di indirizzare il pallone con quella potenza, in quel particolare angolo su cui Perin non poteva nulla, a dimostrazione che il potenziale c’è eccome. Così come quell’esultanza rabbiosa (ma non arrabbiata), come a levarsi di dosso non tanto le critiche, quanto le paure che un inizio di stagione diverso da quello che si poteva aspettare poteva generare.

 

Zappacosta ora c’è. E vuole ripartire dalla gara con il Genoa, per continuare a crescere e migliorarsi. E dimostrare che Torino può essere l’ambiente giusto, per diventare, da potenziale top player, un grande giocatore.

 

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