Il gol qualificazione al 93′, la corsa sotto la Maratona, abbracciato da tutti i compagni, mentre l’intero stadio gridava il suo nome: per Simone Edera quella di ieri è stata una serata dalle emozioni forti, di quelle che rimangono dentro per molto tempo. Simili a quelli vissute qualche mese fa, a Chiavari, quando la Primavera si laureò campione d’Italia. Anche in quell’occasione Edera fu tra i principali protagonisti: fu lui, infatti, a battere il rigore decisivo che consegnò lo scudetto al Toro.
Ad osservare le giocate, i dribbling e i gol di Edera contro il Senica c’era anche Giampiero Ventura, che in qualche allenamento ha già potuto lavorare con l’attaccante classe ’97. Lo scorso anno, inoltre, Ventura decise di convocare Edera anche per una partita del suo Torino: la trasferta di Europa League in casa dell’Helsinki. È ancora troppo presto però per parlare di Prima squadra. Edera deve ancora lavorare per trovare quella continuità che finora gli è mancata, che non gli ha sempre permesso di esprimere pienamente le proprie potenzialità. “Se ogni tanto con lui uso il bastone – ha spiegato Longo al termine della partita – è perché deve capire come funziona il calcio dei grandi. Simone deve continuare a lavorare con l’umiltà degli ultimi tempi”. Quello del lavoro costante e umile dovrà essere il prossimo gol che Edera metterà a segno, un gol figurato ma per il suo futuro ancora più importante di quelli realizzati al Senica. Un gol che, in futuro, gli potrà permettere di far esultare ancora tante volte, con la stessa passione e trasporto, i tifosi granata. Ma non più indossando la maglia della Primavera.
In attesa di scoprire come sarà il suo futuro, e prima di ritornare al lavoro agli ordini di Longo, Edera può intanto godersi la doppietta che è valsa la qualificazione al secondo turno di Youth League e la voce dei 15.000 che ieri hanno scandito con gioia il suo nome.