Strade che si sfiorano, quasi si incrociano, fanno per toccarsi per poi prendere direzioni molto diverse. Quasi opposte. Giampiero Ventura e Giuseppe Sannino sembrano aver poco da spartire: il primo, allenatore navigato e attualmente tra i più quotati sul palcoscenico italiano; il secondo, ex giovane rampante, che nelle ultime stagioni si è perso dopo quanto aveva costruito a Varese e quanto di buono aveva fatto nell’unico anno di Siena (14esimo posto e storica semifinale di Coppa Italia persa contro il Napoli).
Ma è curioso che proprio nell’anno in cui Sannino si era trasferito in Toscana, per la stagione 2012/2013, Ventura si caricava sulle spalle l’ambiente granata, completamente da ricostruire dopo i disastri delle annate precedenti. Ventura che vinceva il suo duello con Colantuono, Zeman e proprio Sannino per diventare l’allenatore del club di Cairo con il quale, in pochi se lo potevano aspettare, sarebbe nato un sodalizio davvero tanto duraturo. Fu la prima volta che i due nomi, di fatto, vennero accostati uno a fianco dell’altro. Ma allora Sannino era sul trampolino di lancio, mentre Ventura, dopo l’anno e mezzo di Bari, era pronto per una nuova avventura piena di incognite.
E proprio in quella stagione i due tecnici si sono sfidati. Prestissimo: era il 21 agosto e in Coppa Italia i bianconeri battevano per 1-0 (rigore di Calaiò) un Torino tutto da scoprire, che giocava con il famoso 4-2-4 di matrice venturiana. E dall’incrocio si passa al progressivo allontanamento, con le carriere che hanno preso direzioni davvero diverse.
L’anno successivo, il pareggio nel girone di ritorno, in casa, per 0-0 contro il Palermo costò la panchina rosanero a Gasperini e il ritorno, dopo l’esonero alla terza giornata, proprio di Sannino, che a fine stagione decise di dimettersi; l’anno successivo, sempre all’Olimpico, il Chievo di Corini, appena subentrato a Sannino, andava a perdere 4-1 contro i granata di Cerci e Immobile. L’attuale tecnico del Carpi era soltanto un’ombra, e nulla più. Ventura, invece, diventava sempre di più una certezza.
E dopo l’esperienza al Watford e quella, fallimentare, al Catania, Sannino riparte dalla squadra emiliana per rilanciare una carriera che cinque anni fa sembrava in progressivo crescendo. Tutta un’altra storia rispetto a Ventura, che, nonostante la decennale esperienza, continua a essere in ascesa e a far crescere un Torino che ora si pone davvero pochi limiti. Storie di calcio vero, storie di un mondo imprevedibile dove, in poco tempo, può cambiare tutto e inaspettatamente. Sannino e Ventura: a Carpi, una delle sfide più affascinanti si disputerà in panchina.