La vetta è a soli due punti e la nuova consapevolezza con la quale il Toro si risveglierà stamattina è di quelle che fanno sorridere e guardare avanti con speranza. Sì, perché con la vittoria sudata di ieri, con i tre punti difesi con le unghie e con i denti il Torino ha portato a termine quella che era la prima missione della domenica: scacciare via la serata di mercoledì scorso e cancellare la prova opaca e il conseguente ko di Verona contro il Chievo. Seconda missione, invece, quella di ripartire per tornare a mettere in cascina punti pesanti, in vista di tempi che potrebbero essere più duri. Si può vincere e si può perdere nell’arco di un campionato: lo hanno ripetuto a più riprese sia Glik che Ventura al termine del match contro il Palermo.
Il Toro potrà cadere ancora ma certamente l’esame di ieri ha consegnato ai tifosi un gruppo più forte, anche nella sfortuna. Non è mancato nemmeno stavolta un infortunio, si sono aggiunti due cartellini rossi che complicheranno non poco i piani. Ma dalla sofferenza degli ultimi minuti, dovuta più alla paura di rovinare tutto che ad un’effettiva pericolosità del Palermo, emerge un Toro che sa di poter resistere e andare oltre i propri limiti.
L’esempio lampante è un giocatore come Vives: a dieci minuti dal 90′ (ma si giocherà fino al 95′) sembra essere a corto di fiato: è solo un momento, sono pochi secondi. Ci mette un attimo a tornare in mezzo al campo e a continuare a correre, avanti e indietro: in nove diventa tutto più complesso ma il mediano – alla quarta partita consecutiva visto il problema alla caviglia di Gazzi – non riesce mai a farsi sorprendere. La curva lo intuisce e lo sostiene. Anche questo è il Toro. Anche questo è essere da Toro.