Sarà una figura insostituibile, quella di don Aldo Rabino. Il cappellano del Toro, scomparso lo scorso agosto, ha lasciato un vuoto che resterà probabilmente incolmabile nell’ambiente granata. Ma la vita, si dice sempre, e diceva sempre anche lui, va avanti, e il ricordo deve permanere. Non solo quello del sacerdote salesiano, ma anche del Grande Torino, della tragedia di Superga, della storia del Toro, dei personaggi, dei giocatori, degli uomini che hanno reso grande e unica questa società. E se don Aldo era diventato un riferimento per tutto l’ambiente granata (dai calciatori, giovani o esperti che fossero, ai tifosi), è pur vero che si dovrà trovare chi di lui farà le veci nei prossimi anni.

 

Proprio lo scorso 4 maggio, l’ultimo celebrato dal parroco granata, fu don Aldo a prevedere, tra chi gli dava una mano a officiare la messa, che “tra queste persone, forse, ci potrà essere chi prenderà il mio posto“. Quasi un appello, che potrebbe non essere caduto invano. Al “Memorial” Scianca, oggi, ha infatto voluto salutare don Aldo un sacerdote, sempre salesiano, molto legato al cappellano, e tifosissimo del Toro. Lo ha fatto con semplicità, con una preghiera, proprio come don Aldo avrebbe voluto: un modus operandi che suona molto di investitura, e che potrebbe essere presto “ufficializzata”. Si tratta di don Riccardo Robella, classe 1972, viceparroco di Nichelino che non nasconde quello che è stato il suo “primo grande amore“: proprio quel Toro di cui potrebbe presto diventare una piccola guida spirituale. D’altra parte, don Aldo lo aveva appunto già indicato come possibile suo sucessore. L’eredità è sicuramente molto pesante, ma anche molto responsabilizzante. Se sarà veramente lui il nuovo cappellano granata, non si dovrà attendere poi molto per scoprirlo.