La classifica parla della sfida di domenica tra Torino e Sampdoria come un incontro d’alta quota tra due formazioni di pari livello, ma cosa dicono invece i numeri? Mettendo a confronto i dati in nostro  possesso delle precedenti partite disputate dalle due squadre, si possono notare statistiche simili per quanto riguarda l’incisività del gioco, come per esempio la tendenza a controllarne il pallino, che riesce contro avversari meno blasonati – 56% di possesso palla dei granata contro il Frosinone e 58% dei blucerchiati con il Carpi – ma stenta quando incontrano rivali di maggior calibro come Fiorentina e Napoli, con le quali le due hanno hanno ottenuto circa il 45% di gioco col pallone. Analoga  la quantità di palle perse: una media di 17 a partita per la squadra di Ventura, contrastata dalle 19 recuperate, mentre pareggiano il conto i giocatori di Zenga con un totale di 53 tra palloni riconquistati e dissipati nelle tre gare disputate.

 

Restano però alcune differenze di gioco, proprie dei due organici: non è un caso difatti che il numero di azioni personali degli attaccanti blucerchiati sia maggiore rispetto a quello dei granata, viste le qualità individuali del trio offensivo e la loro capacità di dribbling, che vengono ulteriormente sottolineate per due di loro dal numero di azioni d’attacco scaturite nel loro settore di campo, il riferimento è a Eder e Muriel le cui scorribande impazzano nel fascia centrale e di destra. Diverso il Toro che si affida alla spinta dei terzini sui lati della mediana per le verticalizzazioni delle due punte.

 

Sarà quindi necessario sfoderare qualche arma in più, per prendere in mano la partita e sovrastare l’avversario, di certo in tal senso saranno determinanti la tattica approntata dei tecnici e la grinta messa in campo dai giocatori, ovviamente sostenuta da un certo grado di concentrazione, ond’evitare penalità logoranti o ingiuste.