Ci è voluto più tempo del previsto, ma alla fine anche Andrea Belotti ha potuto coronare il suo sogno di diventare un giocatore granata. La trattativa era andata avanti parecchio e quando, di fronte a un assopimento solo di facciata, le parti sembravano più lontane, è scattato il meccanismo che ha permesso di arrivare alla soluzione che più piaceva a entrambi. D’altra parte, Belotti aveva con il Toro una sorta di accordo di massima da tempo. “Sin da quando abbiamo chiuso per Zappacosta” ha confermato lo stesso Cairo durante la conferenza stampa di presentazione dell’attaccante. L’agente del terzino è infatti lo stesso dell’attaccante che, al Toro, ha detto entusiasticamente di sì intravedendo la possibilità non solo di giocare parecchio titolare, ma di crescere all’ombra di Ventura che, gli ha detto chiaramente di volerlo con sè a Torino.
Non una cosa da poco, ma l’ostacolo, almeno con il giocatore, era stato facilmente superato. Il problema, era appunto, il Palermo. E quella incredibile capacità di Zamparini di cambiare idea, almeno a dichiarazioni, da un giorno all’altro. La trattativa è stata sicuramente più dura del previsto, con il Toro che per settimane proponeva circa 6 milioni di euro più bonus, che il patron rosanero non voleva stare nemmeno a sentire. Ne voleva più di 7,5 per arrivare a chiudere l’affare. Quasi 8, anzi, come poi è stato.
Ma sorprende, e in qualche modo fa anche sorridere, come la trattativa per il giocatore sia stata portata avanti a… colpi di SMS. Poche telefonate (“solo per brevissimi minuti” spiegava Cairo) e qualche messaggio. Niente lunghi summit notturni, niente strenuanti pomeriggi a discutere davanti a un tavolo, senza raggiungere l’accordo. Solo qualche messaggio, per capire se davvero l’obiettivo numero uno del Toro – che teneva in stand-by, pur trattandoli, i vari Hernandez e Defrel, prima che si accasasse al Sassuolo -, potesse effettivamente vestirsi di granata. La svolta è arrivata a metà agosto, quando il giocatore ha rotto definitivamente gli indugi e ha chiesto di potersi allenare con il Toro. Zamparini, allora, ha dovuto aprire definitivamente alla cessione, ma non allo sconto, che Cairo ancora richiedeva. Lo “scotto” per Darmian, (s)venduto dal Palermo al Toro per circa due milioni in totale era più grosso rispetto a quello di Cairo stesso per Barone, Pisano e Diana, che i granata hanno strapagato senza però ottenere grandi riscontri in campo. Otto milioni, praticamente via sms, sono diventati l’unica cifra per cui l’operazione avrebbe potuto andare in porto. Così è stato. E dopo tutte le premesse, ora resta solo il verdetto del campo. Probabilmente già a partire da domenica prossima contro il Verona. L’avventura di Belotti al Toro è pronta, davvero, a decollare.