Sono ormai passati quasi dieci anni da quando Urbano Cairo acquistò il Toro dal fallimento, da allora sono intervenuti parecchi e necessari cambiamenti. Così in questi anni si sono succeduti un gran numero di giocatori all’interno della rosa granata, che ha avuto poca continuità fino all’era Ventura, ma un dato è rimasto quasi sempre invariato: quello dell’età media all’interno del gruppo. Dalla stagione 2005/2006, che segnò l’inizio della proprietà Cairo, infatti il valore medio dell’età è rimasto quasi del tutto stabile in questi anni, ondeggiando dal minimo di 24 – registrato nel 2005/2006, 2010/2011 e 2013/2014 – ad un massimo di 28 percepito nel ritorno in serie A del 2006/2007 (annoverando giocatori esperti come Taibi, Pancaro, Barone e Fiore), 25 e 27 è invece la quota media per le altre annate.

 

Un dato incoraggiante che ha però subito un inversione di tendenza, rispetto ai 25,9 per il 2011/2012, 25,3 per il 2012/2013 e 24,7 nel 2013/2014, tale numero è accresciuto fino a sfiorare il 29 nella stagione passata, per calare attualmente a 28,4. Tale elemento diviene interessante per comprendere come si sia evoluto l’organico, che dopo un periodo di riaffermazione durato anni, è stato definito in ogni ruolo lasciando sempre meno spazio all’incertezza generata da acquisti o prestiti, il cui unico fine era quello di coprire i vuoti in rosa. La crescita ha influito anche sul settore giovanile, facendo si che le richieste di giovani dall’esterno calassero per la prima squadra e aumentassero invece le richieste in uscita. Una ribalta quindi, quella di questi anni per il vivaio torinista, che ha saputo sfruttare le proprie potenzialità valorizzando talenti di casa, oltre al pregio di aver dato iniezione di capitale alle casse del club, in questo senso primo della serie è stato senza dubbio Angelo Ogbonna – in prima squadra già dal 2006/2007 -. Oggi invece si sono letteralmente moltiplicati in casa granata i nomi di possibili futuri beniamini, a dar forza a ciò sono le risposte più che positive che nell’ultimo biennio ha dato il Toro Primavera, sfoggiando ottime promesse per l’avvenire.

 

Malgrado l’aumento dell’età media la società è riuscita, in questo lungo periodo della presidenza Cairo, a sviluppare una prima squadra, che attualmente conta giocatori dal buon potenziale futuro in ogni settore del campo, eccezion fatta per il reparto offensivo per cui si è preferita l’esperienza del gol. Elogiabile anche sotto quest’aspetto è stato quindi il lavoro della dirigenza, di cui i tifosi non vedono l’ora di assaporarne i frutti, che si spera saranno prelibati.

 

 

 


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