La Serbia che ha vinto la finale del mondiale Under 20 in Nuova Zelanda contro i pari età brasiliani ha rappresentato sicuramente una piacevole sorpresa: mai infatti una rappresentativa di quel Paese era riuscita a scrivere il suo nome dell’albo d’oro di questa ambitissima competizione.

Elementi come il portiere della Stella Rossa, Rajkovic, di cui vi abbiamo già parlato, ma anche Zivkovic, o del centrocampista Nemanja Maksimovic (solo omonimo del giocatore del Toro) sono stati la spina dorsale di una squadra che probabilmente sulla carta non era nè la più dotata tecnicamente nè la più forte nei singoli, ma che nella sua globalità ha saputo offrire continuità di rendimento e grandissima capacità di mantenere ritmi alti per tutto il torneo.

Uno dei cardini di questo sodalizio è stato senza alcun dubbio Srdjan Babic, il colosso della difesa balcanica. Nato il 22 marzo del 1996 a Banja Luka, in Bosnia Erzegovina, compie tutta la trafila nel settore giovanile del Borac, la squadra della sua città d’origine, per poi trasferirsi adolescente al Vojvodina di Novi Sad, in Serbia, dove completa il suo percorso da calciatore sino a diventare professionista. Essendo in possesso del doppio passaporto (bosniaco e serbo) viene chiamato sin da ragazzo nelle selezioni nazionali del suo paese adottivo ed in tutte offre prestazioni sopra la media, dimostrando una crescita esponenziale frutto di doti non comuni.

Nella stagione 2013-2014 appena diciassettenne fa il suo esordio in Prva Liga e colleziona poi altri 7 gettoni di presenza, segnando anche un gol decisivo nella finale di Coppa di Serbia. Questa per Babic è stata la stagione della definitiva consacrazione : sempre titolare nonostante l’età verdissima, si è spesso dimostrato un “muro” invalicabile, diventanto un punto di riferimento non solo per i compagni di reparto ma per tutta la squadra, collezionando globalmente ben 38 presenze fra campionato e coppe. Stazza realmente imponente (1,93 per 87 kg di peso forma), piede mancino, fa ovviamente della fisicità e della bravura nel gioco aereo i suoi punti di forza, ma con i piedi non è certamente uno sprovveduto…anzi. Gioca con bravura sia in una difesa a 3 che sul centro sinistra in coppia con un altro centrale, e spesso e volentieri almeno nelle partite disputate con la sua nazionale, era l’uomo deputato ad impostare l’azione, dimostrando oltre che innegabili doti atletiche anche una discreta capacità tecnica ed una fortissima personalità. Ovviamente molto “feroce” nella marcatura, un pochino lento ma non legnoso e macchinoso, è sicuramente sfavorito quando si trova a confrontarsi con elementi rapidi che lo puntano nell’uno contro uno, ma riesce molto spesso a compensare un “mismatch” con un ottimo senso della posizione e buonissime doti nell’anticipo.

Già molto prima della vittoria nel mondiale su di lui si erano accesi i riflettori di diversi club europei, soprattutto della bundesliga, ed all’inizio della scorsa stagione la Sampdoria dell’ormai ex mister Mihajlovic pareva averlo convinto ad accettare il blucerchiato. Nell’ultimo giorno utile di mercato, con il ragazzo già a Genova pronto a mettere nero su bianco l’accordo, qualcosa si inceppò e non se ne fece nulla. Poco male, soprattutto per i dirigenti del Vojvodina, perchè come ovvio, dopo il recente successo e la ribalta internazionale, la pattuglia degli ammiratori si è decisamente infoltita e riuscire a corteggiarlo con successo non sarà impresa facile. Il suo valore di mercato si aggira intorno al milione e mezzo di euro, con una spesa per lo stipendio che, vista la caratura non eccelsa del campionato nel quale milita e la sua giovanissima età, è ampiamente alla portata di praticamente tutti i club del nostro massimo campionato.

Dopo il mancato arrivo dello scorso anno, che sia la volta buona per Babic per approdare nel Belpaese? Forse… La cosa certa è che sicuramente chi lo acquista spende bene i suoi soldi.