Anche l’ex centrocampista del Toro Beppe Dossena è intervenuto, ieri sera, alla presentazione del libro di Fabio Viglione Giorgio Merlo “Caro Toro ti Scrivo” riportando alla memoria di tutti i presenti i numerosi successi e le tante prodezze vissute con la maglia granata. Ed è proprio da una di queste che Dossena vuole partire per rivivere la sua storia sotto la Mole. Chi infatti non si ricorda quel fantastico Derby del 1983 coi granata che, sotto di due reti, in 3 soli minuti ribaltano il risultato vincendo per 3-2? “Quella è stata una partita formidabile. È successo quello che succede spesso nel calcio, basta un attimo e le cose cambiano. Noi non avevamo velleità, quell’anno ci salvammo alla penultima giornata ma il Derby era un modo per uscire dall’anonimato. Poi costò lo scudetto alla Juve. E qualche insulto a me. Quando arrivai a Roma i tifosi della Lazio mi insultarono perché avevamo regalato lo scudetto alla Roma”.
Un episodio formidabile di cui Dossena fu protagonista ma è tutta l’avventura granata ad essergli rimasta dentro: “In ogni posto dove sono andato ho sempre perso qualcosa: ho vinto un Mondiale e mi hanno rubato la medaglia, alla Coppa d’Africa successe praticamente la stessa cosa. Ma non a Torino. Al Toro è rimasto qualcosa di me e io me lo porterò sempre dentro. Quando arrivai a Torino avevo solo 14 anni e fu traumatico. Ho fatto 5 anni nel settore giovanile, e poi tornai da professionista riuscendo a togliermi delle belle soddisfazioni”. Soddisfazioni ma anche qualche episodio di certo non positivo: “Innsbruck? Fu un disastro. Non solo perdemmo una partita ma anche Rossi. Un uomo che avrebbe potuto portare la società a vivere una storia diversa. Chissà come sarebbero andate le cose se avessimo vinto. Ricordo che quando arrivai per anni sono stato additato come quello meno torinista del gruppo. Era il mio modo di essere ma a questa maglia ho dato tutto quello che avevo. Credo di aver perso 4 o 5 partite col Toro, ho speso molto ma ho anche ricevuto moltissimo. La nostra forza era anche poter contare su un settore giovanile forte. A volte avevamo in squadra dieci undicesimi provenienti dalla Primavera”.
E prima di dedicarsi ai tanti tifosi, agli autografi e alle foto, Beppe Dossena ha avuto un pensiero anche per il Toro attuale: “Questa maglia, questo tifo sono unici e chi va a giocare al Toro deve sapere che entra in un mondo particolare. Oggi il calcio è molto diverso rispetto a quando giocavo io, è una cosa figlia dei tempi ma finalmente il Torino è tornato a fare dei buoni risultati. Io tornare al Toro? Io a Torino sono cresciuto, ho passato tutta la mia infanzia, tornerei. Purtroppo però, senza fare nessuna polemica, bisogna dire che nel calcio di oggi è difficile che le società chiamino ex giocatori o comunque persone che sono state in qualche modo vicino alla squadra. Io non sono mai stato chiamato. Ma ripeto, il calcio è molto cambiato”.
(Foto: Stefano Aleo)