Appena arrivato al Toro, ottiene con i granata la promozione in Serie A ritrovandosi sotto la guida di un allenatore che conosce benissimo: quel Giampiero Ventura a cui il Toro deve molto e a cui Cairo ha appena rinnovato il contratto, insieme a quello di Petrachi. Due figure importanti per il terzino Alessandro Parisi che è approdato all’ombra della Mole proprio per volontà del tecnico e del direttore sportivo granata. Ed è proprio Parisi a raccontarci di Ventura, del suo rapporto con lui e, ovviamente, della sua permanenza al Toro.
Il presidente Cairo l’aveva promesso e il rinnovo di Ventura è arrivato insieme a quello di Petrachi. Cosa ne pensa?
Conoscendo il mister credo che abbia sempre voglia di crescere, di fare sempre meglio rispetto a quello che ha fatto fino ad oggi. Ha sempre voglia di aumentare i risultati e credo che questa sia una buona cosa per tutto il Toro e anche per i suoi tifosi. Vorrà sicuramente continuare il ciclo che ha iniziato migliorando ancora i risultati. Anche il rinnovo di Petrachi è importante. Dimostra la fiducia nelle persone che hanno avuto tanti meriti nella situazione di oggi. Adesso bisogna mettere un punto a quello che è stato fatto fino qui ma poi ripartire subito per cercare di superarsi.
Lei è arrivato al Toro fortemente voluto proprio da Ventura.
Io lo conoscevo già prima e ho una fortissima stima nei suoi confronti sia come tecnico sia come persona. Da parte sua ho sempre ricevuto grandi attestati di stima e credo che con il suo vice, Sullo, formi davvero una coppia completa. Io lo conobbi a Messina in un periodo per noi non semplice, aveva poco tempo per mettersi all’opera ma ha dimostrato subito un grande affetto nei miei confronti. Il nostro rapporto è poi continuato al Bari e al Torino. Posso dire che è un grande lavoratore e un grande conoscitore di calcio. Il Toro non è una piazza semplice ma lui è uno dei migliori in Italia sia come tecnico che a livello di carisma e di comunicazione. È un vero e proprio manager che sa ricoprire tanti ruoli curando anche l’aspetto psicologico e mediatico. Ha saputo fare da collante per tutta la società.
Un allenatore capace di aiutare il presidente e la società anche fuori dal campo. Può essere proprio questo il suo punto di forza?
Si. Con Ventura è nata una sinergia tra l’allenatore, il presidente e anche Petrachi. Una sinergia importantissima tra persone che vogliono arrivare a fare qualcosa di importante. Hanno saputo completarsi alla conduzione di una squadra che vuole arrivare a risultati importanti.
Il Toro però non sta passando un momento facile. Capitò anche a voi proprio prima della pausa natalizia. Come affronta di solito Ventura queste difficoltà?
Si anche noi abbiamo avuto un periodo di calo. La cosa principale è che lavora sempre per trasmettere ai giocatori la tranquillità, dice di non mollare e di continuare a lavorare secondo le sue idee, secondo le indicazioni che propone. Se si resta compatti e si persevera in questo tipo di lavoro si possono superare questi ostacoli, basta rimanere incollati alle idee che propone E quando li superi può ricominciare la strada che avevi iniziato. Sono queste le cose che punta a trasmettere nei momenti difficili.
L’importante è il gruppo.
Esatto. È la chiave di tutte le squadre che hanno grandi obiettivi. Un collettivo fatto di rapporti importanti e di stima reciproca non solo tra i giocatori e il mister ma anche con lo staff. Non è un collettivo formato solo dalla squadra ma da tutta l’equipe, a partire dal presidente fino ai magazzinieri. Quando arrivai al Toro non fu subito così, c’era una mentalità diversa ma Ventura iniziò a lavorare subito dicendo che la cosa più dura era proprio capire questo. Dovevamo comprendere l’importanza del collettivo, di tutto l’ambiente.
Secondo lei Ventura è cambiato in questi anni?
Credo che sia cambiato con l’arrivo di Sullo. In lui ha trovato una gran mano, si sono completati. Con l’aiuto di Sullo Ventura ha potuto curare anche i minimi dettagli e credo che gli abbia permesso anche di migliorare ulteriormente.
Ha seguito il Toro? Cosa ne pensa?
L’ho seguito all’inizio e ho visto un avvio grandissimo della squadra. Ora lo sto seguendo un po’meno ma fa parte del percorso, è già successo in altre occasioni. Non è il primo anno che capita una battuta di arresto ma devono riuscire a compattarsi e potranno riprendere la strada che hanno iniziato.
Dove può arrivare?
Il campionato è ancora molto lungo, il Toro vuole migliorare ma deve concentrarsi prima di tutto sul primo step che è l’Atalanta. Il test di domenica è importante, deve trovare di nuovo un risultato utile e soprattutto se stesso. Un passo alla volta.