nostri inviati a Bormio
Valentino Della Casa / Ivana Crocifisso
Al termine della terza amichevole stagione, in cui il Toro ha vinto per 6-0 contro il Savona, concede qualche parola ai giornalisti presenti nel ritiro valtellinese dei granata il presidente Urbano Cairo, arrivato questo pomeriggio con il ds Gianluca Petrachi per fare il punto della situazione con il tecnico Ventura.
Queste le parole del patron granata: “Quello di oggi non è sicuramente un test attendibile ai fini del risultato, siamo a fine luglio, ci va tempo per fare altre valutazioni. I giocatori so che stanno lavorando molto, ho intravisto comunque belle giocate e qualità. NOn è il campo di agosto a dare i responsi, ma quello delle partite. Dalle prime cose che vedo ho notato delle ottime giocate dei giocatori, mi ha fatto piacere vedere soprattutto una squadra che ha voglia, abbiamo fatto 28 gol senza subirne, ma non abbiamo giocato contro Real Madrid o Barcellona. Certamente, il Savona è di un altro livello alle squadre di prima, ha comunque giocato con intensità“.
Parlando dei big: “Non nascondo che offerte sono arrivate. Per chi? Non stiamo a dirlo, non importa. A meno di cose davvero clamorose (offerte economiche esorbitanti ma non solo) o a meno di particolari richieste dei giocatori, non cederemo più nessuno dei big. Ho visto tutti i giocatori, credo e mi sembra che siano felici di restare qui. Ci manca un innesto, e dobbiamo dare qualche giovane in prestito a giocare. Darmian era un caso a parte, gli chiesi lo scorso anno quando mi chiese di poter cogliere un’opportunità che gli era stata proposta di aspettare un’altra stagione, e gli dissi che l’avrei accontentato. È arrivata poi l’offerta del Manchester United, e l’abbiamo ceduto. Non mi sembra di vedere situazioni simili, ora. La rosa è molto bella, può darci soddisfazioni in campo“.
Che obiettivi si pone la squadra? “Io direi che dobbiamo ragionare come gli scorsi anni, partita dopo partita. Credo che la rosa sia competitiva, certo, ma vedremo strada facendo dove potremo arrivare, o darci degli obiettivi. Importante è ora proseguire passo per passo, puntando a fare sempre bene per tutte le partite. Se poi arrivano anche tanti punti, allora abbiamo fatto qualcosa di buono. Non diamoci obiettivi roboanti, facciamo le cose con serenità, calma e umiltà, da parte di tutti. Poi le cose vengono, se sono fatte bene. Uno non deve dire di voler lavorare per diventare ricco, ma deve lavorare bene di base: se lavori bene, puoi avere delle gratifiche, se no no“.
“Questa è la squadra con le potenzialità migliori? Sono molto scaramantico, preferisco non fare dichiarazioni di questo genere, la rosa è giovane e ha qualità, ma il responso lo dà il campo. Non sono io a dover dare giudizi o voti o altro. Anzi, solitamente quando i voti sono bassi a fine agosto spesso è meglio: anzi invito i giornalisti a tenersi bassi (ride, ndr)”.
“Belotti? Non c’è trattativa. È un buon giocatore come altri, ma non abbiamo trattato Belotti” si maschera il presidente granata. “Preferisco non dire quali siano i giocatori che trattiamo, perché non è rispettoso per le squadre che hanno i giocatori in rosa, dipende anche da chi vende. Preferisco prima vedere se c’è una possibilità e poi capire bene: ci sono più giocatori che stiamo valutando, vediamo se riusciremo a chiudere per l’uno, l’altro, o quell’altro ancora. Non facciamo troppi nomi, magari poi non diventano obiettivi reali perché irraggiungibili. Posso dire che stiamo seguendo quattro giocatori“.
Sulla Coppa Italia: “È una competizione a cui teniamo. Cominciamo ad arrivarci facendo bene la preparazione, e poi cerchiamo di andare avanti. Vedremo quel che succederà“.
In rosa, intanto, non c’è un solo giocatore in prestito, ma tutti di proprietà: “Quando fai un certo percorso, come dicevo prima, le cose avvengono. Rispetto a quello che prima facevamo, lavorando su comproprietà o prestiti con diritto di riscatto, abbiamo deciso di far investire completamente tutto quanto incassato per Darmian e qualcosa di più, cioè quello avanzato dalle cessioni di Cerci e Immobile. Per ora abbiamo speso circa 22-23 milioni, perché ritenevamo che ci fossero spese da fare. Abbiamo comprato 6 giocatori più la metà di Benassi, che volevamo fortemente tenere”.
“Con Glik non abbiamo problemi a rapportarci o altro. Se non sarà oggi, quando riprenderemo la normale attività, ne parleremo. Kamil è il nostro capitano, che stimo molto. Ha fatto passi avanti giganteschi, e non a caso decisi di mettergli un premio gol in più, viste le reti segnate: gli garantii un premio dopo i 5 gol e uno dopo i 7. Maksimovic? È un altro giocatore importante, ci siamo già parlati: per noi è importante che rimanga qui, teniamo molto a lui”.
Tornando a parlare dell’attaccante: “La nostra politica è quella di acquistare giocatori giovani, guardando però anche quelli esperti come Quagliarella, Bovo, Vives, Moretti e altri: i giocatori di esperienza sono molto utili, aiutano a far maturare meglio quelli di prospettiva”.
Su Baselli e Zappacosta: “Abbiamo lavorato insieme tutti quanti. Petrachi ha fatto un lavoro eccellente, poi io conosco molto bene Percassi, con cui sono stato socio in passato. Il ds, con gli agenti e la dirigenza atalantina, io con il presidente e il figlio del presidente abbiamo lavorato trovando l’accordo: la famiglia Percassi si è comportata molto seriamente, è bastata una stretta di mano. Trovato l’accordo non hanno cambiato idea. Fa piacere ricordare che la correttezza esista anche nel calcio“.
“Quando ho trovato il sodalizio con Petrachi e l’accordo con Ventura, posso dire che siamo riusciti a trovare quella continuità che ho anche nelle mie aziende. Cambiare molto può costituire un piccolo handicap, c’è grande unità di intenti tra noi, e tutto lo staff. E questo è molto positivo e utile per delineare strategie molto precise“.
“Non c’è bisogno questa sera di delineare chissà quali strategie, ed è bello questo. Con Petrachi e Ventura ci siamo visti anche nelle scorse settimane, le idee erano molto chiare: abbiamo lavorato molto sul centrocampo, ma c’è grande intesa tra noi tutti. Abbiamo anche affinato una serie di cose per cui arrivare con la squadra praticamente completata era una cosa che non era all’ordine del giorno gli anni scorsi, ma si è capito quanto fosse importante molto più dello sconto per un giocatore fare in modo di avere subito il gruppo a disposizione. Il lavoro in ritiro è importantissimo, sia dal punto di vista atletico, sia tattico. Abbiamo ben chiaro questo tema, molto caro al nostro mister, per il quale il ritiro è un momento fondamentale. Già negli anni passati, comunque, eravamo molto avanti, ma non come quest’anno”.
“Cerci? Voi sapete quanto tutti noi siamo affezionati a lui. Ma non la vedo come una cosa possibile: quando arrivò qui anni fa, lo fece con l’idea di poter poi spiccare il volo, il Toro sarebbe stato, come è stato, un trampolino di lancio. Oggi arriverebbe in maniera diversa, non la vedo come una cosa possibile“.