Ma nell’assemblea di chiusura del bilancio 2016 si dichiara: “Difficoltà ad attrarre e trattenere calciatori di livello”. Liquidità del Torino per 6,5 milioni
Per il quarto anno consecutivo, il Torino chiude in attivo il suo bilancio. E ha già deciso cosa fare dell’utile d 1.931.789 € maturato nel corso della gestione del 2016. Nel documento di 68 pagine che rendiconta tutti i movimenti economici del club granata, la parte finale è dedicata al verbale dell’assemblea di approvazione del bilancio stesso. In questa, articolata su più punti, emergono tutte le considerazioni intorno alle difficoltà che comporta la gestione di una società complessa come quella che opera nel mondo particolarmente ondivago del calcio. “La società”, si legge nella nota integrativa al bilancio 2016 del Torino, “è esposta ai rischi connessi alla sua attività caratteristica, nella quale rivestono particolare importanza le prestazioni sportive dei calciatori. La difficoltà di attrarre e trattenere calciatori di adeguato livello, nonché i rischi connessi allo stato fisico dei calciatori stessi, potrebbe avere effetti negativi sui risultati sportivi e conseguentemente sulle prospettive e sui risultati economici e finanziari della società”.
Torino, il bilancio 2016: in tre anni raddoppiato il patrimonio netto. Liquidità a 6,5 milioni
Il punto chiave riguarda proprio la difficoltà ad “attrarre e trattenere calciatori di adeguato livello”, che richiederebbe investimenti di un certo tipo, con il rischio di andare a intaccare il patrimonio netto del Toro, quasi raddoppiato nel giro di tre anni. Tale valore, composto dalla somma del capitale sociale più l’utile non ridistribuito nelle varie gestioni, riguarda le risorse proprie con cui potrebbe finanziarsi senza bisogno di finanziamenti esterni. Da rendicontazione, si è passati dai 12.413.000 € del 2014, ai 21.948.000 € del 2015 fino ai 23.340.000 € dello scorso anno. Un salto in avanti notevole, al quale si deve aggiungere che non si detengono debiti di natura finanziaria (mutui o quant’altro), e che l’esposizione al rischio di liquidità, cioè la paura di non avere abbastanza denaro per poter tappare eventuali falle, “non è ritenuta significativa”. È sicuramente questa la nota di merito del bilancio del Toro, che vanta una liquidità pari a 6.530.000 €: una cifra davvero molto alta, che esula per un momento dal discorso, puramente su carta, del bilancio, per parlare di un fatto più concreto, cioè i soldi sui quali materialmente il Torino può fare affidamento nell’immediato.
Poche, pochissime realtà, anche fuori dal mondo del pallone, vantano cifre simili: un patrimonio direttamente intaccabile, soldi che ci sono e sono a disposizione, utilizzabili alla bisogna, immediatamente. Un vantaggio anche in ottica fidejussoria: una banca, vedendo questo patrimonio, molto più facilmente potrà esporsi a garanzia della società. Società che, tra l’altro, ha deciso di non redistribuire quell’utile di bilancio, ma di tenerlo “a riserva” per coprire eventualmente costi futuri. Si deve notare bene che l’utile non va aggiunto al computo della liquidità già presente, ma esso è compreso nel conteggio dei 6,5 milioni disponibili. Un ottimo risultato, che da un lato risalta il bilancio sano, ma dall’altro dimostra anche la scarsa intenzione a provare, investimenti che, se coscienziosi, potrebbero anche permettere un enorme balzo in avanti. Come fatturato, certo. Ma anche come realtà sportiva. Che, ironia della sorte, nel calcio sta passando sempre più in secondo piano.
Le puntate precedenti:
1 – Plusvalenze e minusvalenze
3 – I diritti tv e gli incassi
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Capisco che per gli ignoranti siano argomenti futili
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Tanti giri edulcorati di parole per esprimere un concetto semplice: siamo qui fermi tra il 9° e il 12° posto, nessuna volontà e capacità di andare avanti. La faccia nella foto non può diventare il 3° più longevo presidente del Toro. SCANDALOSO. Oppure finiamo di tifare un surrogato in memoria… Leggi il resto »
Mg61,contento che anche tu abbia percorso quel pezzo di vita, che alcuni pseudotifosi qua deridono.. Un caro saluto