Esclusiva / Il telecronista esperto di calcio argentino: “Già nel 2013 Boyè incantò nel mundialito a Malaga. Ha mantenuto tutte le caratteristiche migliori”

Stefano Borghi, da grande conoscitore di calcio argentino, si aspettava un Boyè da subito così determinante?
Stravedo per questo giocatore, davvero. Qualche anno fa avevo dovuto seguire un mundialito a Malaga (2013, ndr), dove giocavano varie selezioni Allievi. C’era la Sampdoria, c’erano Barcellona, Atletico e Real Madrid, e c’era anche il River, che si presentava con una fucina di ’96, stravincendo l’edizione. C’erano giocatori di altissimo profilo: da Driussi a Mammana, fino proprio a Boyè. Ero rimasto davvero impressionato da questo giocatore, che già allora confermava le sue caratteristiche principali. Non le ha cambiate.

Nemmeno le posizione in campo?
No, infatti. Era un attaccante, una prima punta che sapeva scambiare molto facilmente posizione con i compagni di reparto. Ha una grande adattabilità, la aveva anche allora. E come allora ha mantenuto la sua grande pecca, quella di non essere ancora determinante sotto porta. Deve proprio imparare a segnare di più, perché realizza molto meno di quanto in verità potrebbe.

Si aspettava un ambientamento simile, dopo solo pochi mesi dal suo trasferimento?
Beh, il River è spesso una garanzia, basta vedere cosa ha saputo tirare fuori negli ultimi dieci anni. Lui ha nel dna quella determinazione che può portarlo a fare bene, ma ci sono degli aspetti che vengono sempre poco considerati, e che incidono: dall’alimentazione, che in Argentina viene curata molto di meno per un atleta, al clima, ai metodi di allenamento. Per i giovani non è soltanto cambiare paese, ma mondo, e ci possono volere settimane, mesi o addirittura anni prima che il talento emerga: se penso a tutto quello che veniva detto su Dybala soltanto pochi anni fa, sorrido. Si diceva che in Lega Pro ci fossero attaccanti molto più forti e completi di lui….

C’è chi però al Toro non è proprio riuscito a sfondare, come Sanchez Mino.
Quella è stata una storia strana, che a mio avviso vede colpe da entrambi i lati. Lui non si è aiutato, ma non è stato nemmeno troppo aiutato: il Toro in questi anni ha fatto cose egregie, ma alcune situazioni avrebbero potuto essere gestite meglio, tra cui anche questa. Le qualità non gli mancano, ma lui si è completamente bruciato quando ha tirato quel rigore contro il Sassuolo: stavo guardando la partita, lì l’esperienza di Sanchez Mino è finita.

Boyé
CAMPO, 21.8.16, Milano, stadio Giuseppe Meazza, 1.a giornata di Serie A, MILAN-TORINO, nella foto: Lucas Boye

Falque, Ljajic, Boyè e Martinez: tenere in panchina qualcuno rischia di essere dura.
Sì, il Toro ha però la fortuna di avere quattro esterni tutti diversi tra loro: Ljajic è più trequartista, Iago ala, Martinez esterno, Boyè attaccante. È un parco attaccanti bene assortito. Se Boyè farà le scarpe ai potenziali titolari? Io penso che nel Toro un giocatore come Ljajic sia imprescindibile, e poi tornare un po’ in seconda fila potrebbe fargli solo bene. Così evita i voli pindarici, e soprattutto potrà lavorare con calma: chiedere continuità per tutto il campionato a un giocatore così giovane è davvero molto difficile. Il Toro, comunque, da anni non aveva un reparto offensivo di questo tipo, e con Boyè ha pure colmato l’eventuale lacuna del sostituto di Belotti, nel caso Maxi Lopez non riesca a tornare quello che era. Aggiungerei poi una cosa.

Prego.
Boyè ha avuto un’investitura importante, davvero molto importante. Qualche tempo fa, un certo Abel Balbo lo ha incoronato come suo possibile erede. In Argentina, Balbo è considerato uno dei tre grandi numeri 9, come Batistuta e Crespo. E soprattutto è un grande conoscitore di calcio. Per Boyè la strada può essere quella giusta, se continuerà così: i margini di miglioramento ci sono tutti. Il Toro può fargli molto bene.


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SpakkaLaGobba
8 anni fa

….ppprrrrrrrrrrrrrrrrr…… ‘azz…. Mi sa che è uscito… ??????

SpakkaLaGobba
8 anni fa

NNNOOOOOOOOOOOO… ????…..sono posseduto… Fantasmino vaterino ESCI DA ME???!!!

SpakkaLaGobba
8 anni fa

Il ragazzo ha ampi margini di miglioramento. Se continua con impegno e segue il giusto processo di crescita fra un paio di anni sarà pronto per una grande squadra.

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