Direttamente da Pinzolo, la conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico del Torino, Paolo Vanoli

nostro inviato a Pinzolo – Da alcune settimane Paolo Vanoli ha iniziato la sua avventura da allenatore del Torino. Il tecnico, quest’oggi, si è presentato in conferenza stampa alla stampa e i tifosi. Ecco le sue parole in diretta.

Vanoli: la conferenza stampa in diretta

“Prima di passare alle domande, volevo ringraziare il presidente sia belle parole che ha espresso per me che per l’opportunità che mi sta dando. Un grazie anche al direttore e a Moretti”.

Cosa l’ha impressionata di questi primi giorni?
“Il Toro rappresenta la storia più importante del nostro mondo calcistico, questa è una responsabilità importantissima”.
Si è ripreso un cammino dopo che il Toro ha sfiorato l’Europa: sente la responsabilità di dover alzare l’asticella e quale è la difficoltà nel dover cambiare una mentalità?
“Ringrazio Juric perché ho trovato una squadra con una cultura del lavoro importante, io voglio creare questo Torino seguendo la mia filosofia e la mia idea di gioco, so che ci devo lavorare tanto ma questo non mi ha mai spaventato, i giocatori che stiamo scegliendo sono in funzione di questo. L’ambizione? Gli obiettivi devono partire da idea di gioco e identità. Dobbiamo essere concreti, il gruppo deve capire cosa voglio, gli acquisti saranno in funzione di questo”.
La differenza più grossa tra lei e Juric?
“Non parlo dei colleghi ma dico che ho trovato una cultura del lavoro importante, i giocatori devono capire le mie idee e la mia filosofia”.
C’è tanto interesse sul suo lavoro ma ci sarà anche tanta pressione: da allenatore è al debutto in A. Come vive questa situazione?
“io penso che dobbiamo cercare la pressione se vogliamo lavorare. Chi ha mentalità va a cercare la pressione, il voler cercare di alzare l’asticella come allenatore vuol dire andare a ricercare quella fame. La pressione vuol dire avere una mentalità vincente. Questo è un processo di step”.
Il bel calcio per lei cos’è?
Per me il calcio è una passione, a volte mi vergogno per il mio atteggiamento in campo, mi piace, voglio che il mio giocatore sia appassionato, che sappia perché succede, ho iniziato a far questo lavoro, e ho scoperto che mi piace più questo di quando giocavo. Quando ho accettato la Russia mi sono ritrovato di fronte ad un brutto capitolo della storia, ho passato dei mesi difficili di gestione, perché hai una responsabilità in un momento in cui il mondo è cambiato. Il ragazzo deve capire perché viene al campo, il calcio è passione. Sacchi diceva il calcio deve essere un’orchestra, tutti devono suonare insieme e quando arriva il maestro si deve sentire la sinfonia. Un maestro deve mettere insieme tanti strumenti, chi stona viene messo da parte in favore di qualità”.
Il 3-5-2 sarà la strada maestra?
“Quando conosci la tua orchestra capisci la qualità che ha. Io poi condivido col direttore qu
elle che sono le mie idee di calcio, ora sto cercando di capire gli strumenti che ho a disposizione”.
Perche Zapata capitano?
“Zapata è un ragazzo che si deve responsabilizzare, penso abbia tutte le qualità per rappresentare il club e i compagni. Io penso che all’interno di uno spogliatoio debbano esserci anche altri leader”.
Ha avuto modo di incrociare Schuurs: l’infortunio non è alle spalle, è preoccupato?
“Ho detto a Schuurs di andare un po’ in vacanza, è giusto che lui riesca a staccarsi e stare vicino alla sua famiglia, quando rientrerà affronteremo bene il suo percorso. Io sono convinto che se ci sarà l’occasione interverremo sul mercato”.
Quanto è importante conoscere il valore della maglia del Torino?
“Mi avvicino molto ai valori del Torino, voglio che i ragazzi rispettino molto dei valori di questo club, secondo me dobbiamo diventare migliori, crescere. Quando si dice mentalità è questo: non basta dire ‘domani dobbiamo vincere’ ma come si vince. La mentalità non si compra al mercato, ma avviene attraverso un lavoro di sacrificio”.
Perché ha scelto il Toro e perché ha scelto di andare subito a Superga?
“Quando ho iniziato a fare questo lavoro tutti mi parlavano del Grande Torino, quando vado a lavorare in un club voglio capire la storia, la prima cosa che ho chiesto a direttore e società è stata quella di andare con lo staff di vedere cosa è e significa Superga. Mi ha dato una sensazione incredibile, Piero Venera mi ha raccontato per filo e per segno tanti aneddoti e questo mi dà ancora di più la carica per quello che rappresento. La scelta di Torino è stata la storia ma anche la capacità di direttore e presidente di farmi sentire importante e di poter fare qualcosa di importante. Quando parli di Toro è qualcosa di magico, la storia non va mai dimenticata”.
Cosa manca ancora al Toro?
“Io devo avere pazienza, è un progetto iniziato da 15 giorni, sicuramente oggi sul campo insisto sulle mie idee, la filosofia passa da continue ripetizioni, ieri ho iniziato un’ora dopo l’allenamento e so che qualche tifoso era amareggiato, ma stavo facendo vedere dei video ai giocatori, in quello sono molto maniacale, chiedo scusa ai tifosi se li faccio aspettare mezz’ora o un’ora ma oggi questo processo per me è molto importante”.
Pensa di aprire le porte al Filadelfia?
“Intanto ringrazio i tifosi perché mi hanno accolto in una maniera inaspettata e questo mi ha dato la carica convincendomi che è stata la scelta giusta. Il Filadelfia è la storia, il poter allenarci lì è importante, io penso in futuro di poter regalare al tifoso qualche giornata in più, però ritengo che questa sia un’occasione per unire, per diventare più forti. Non posso prometterlo con continuità, anche i ragazzi devono capire che i loro tifosi sono una spinta”.
Sul mercato è un allenatore di quelli che al direttore parla di profili o proprio di nomi?
“Col direttore ci sentiamo sempre, io chiedo al direttore caratteristiche tecniche e fisiche di quello che cerco, poi lui ha dei profili e con quello facciamo la scelta. Se in questi profili escono nomi di giocatori che conosco, allora ancora meglio”.
Zoratto diceva di lei che il ruolo di secondo le stava stretto
“Daniele Zoratto è stato importante al mio fianco in un inizio di processo da giocatore a allenatore, lui mi ha aiutato tanto, è una persona che mi ha fatto capire di avere pazienza, di fare gavetta. Ne sono orgoglioso di questa gavetta, a 52 anni sono arrivato qui e me lo sono meritato. Nel mio percorso ho fatto di tutto, quindi ho visto in secondo piano come è composta una società ed è per questo che l’esperienza all’estero mi ha portato anche un ultimo step, anche a capire cosa è un manager. Io devo gestire un’azienda del presidente. Il mio sogno alla fine sarebbe chiudere con la Nazionale perché ho iniziato con le nazionali giovanili”.
Qui vicino c’è la Primavera che è stata molto utile?
“Avere a cinque minuti la propria Primavera è importantissimo, ho l’opportunità di conoscere più velocemente i giovani, ho visto la loro amichevole sabato scorso e poi molti contro la Virtus hanno giocato, i primi giorni erano timidi ma poi ho fatto capire che la timidezza non fa parte del calcio. Per il giovane questo deve essere un sogno, se io chiamo un giovane anche per 5 minuti devono poter dire Sono andato in Prima squadra. L’attenzione che darò ai giovani sarà importante”.
Qual è il valore che ha la maglia del Toro e come trasmetterla?
“Quando parlo con i miei giocatori la prima cosa che chiedo e che voglio è che sappia cosa è il Torino. E quando va in campo deve rappresentare questi valori”.
Come mai la scelta di quello staff?
“Sono una persona curiosa, voglio qualcuno che mi aiuti a pensare e mi dia energia per capire. Sono collaboratori di alto livello e hanno avuto esperienze importanti. Questo mi può aiutare nel mio percorso, io non mi voglio fermare, voglio capire, Io penso che oggi tutte le società debbano avere uno staff preparato anche a sapere tutte le lingue. Per esempio è arrivato Coco? Ecco, avere chi conosce lo spagnolo mi sta aiutando adesso. Però sono severo: siamo in Italia e dobbiamo parlare italiano, vale per i giocatori e per lo staff”.

Paolo Vanoli
Paolo Vanoli
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ultimo aggiornamento: 23-07-2024


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mavafancairo
3 mesi fa

tutti bravi a citare la Storia … meno a ricordare che la stessa, negli ultimi vent’anni, è stata impunemente calpestata ed irrisa

Last edited 3 mesi fa by mavafancairo
ToroForever99
ToroForever99
3 mesi fa
Reply to  mavafancairo

Quindi tu credi che Vanoli avrebbe dovuto dire:
il presidente ha fatto cagar3 per 20 anni ed ha annichilito la storia del Toro.

Ma io sono qui perchè nonostante lo consideri una TDC mi paga e devo dire ste cazzat3.

tajarin
3 mesi fa

Se confrontiamo le conferenze stampa del croato, sicuramente Vanoli ne esce di gran lunga vincitore. Ha un buon atteggiamento, sorride, una forte dose di ambizione e soprattutto mi pare abbia le idee piuttosto chiare di quello che vuole e come vuole fare. Il fatto poi di voler “granatizzare” i giocatori… Leggi il resto »

mavafancairo
3 mesi fa
Reply to  tajarin

che sorpresa sarà non dipende purtroppo solo da lui… e sapendo da chi altri dipende, e da quanti anni…

James 75
3 mesi fa
Reply to  tajarin

Concordo, a me piace molto

odix77
3 mesi fa
Reply to  tajarin

fare meglio di juric in sala stampa era davvero facile… anche il primo anno quando lo adoravo per come il Toro scendeva in campo in sala stampa era imbarazzante…… sui temi della granatizzazione in generale ci credo poco nel senso che superga , la storia del Toro ecc ecc sono… Leggi il resto »

leonardo (Cairo,le scuse sono finite)

Solite domande..solite risposte…nella di nuovo…

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