Le società di Serie A sono unite per impedire lo stop dell’abolizione del Decreto Crescita: sarebbe un ostacolo per i giovani
Il Decreto Crescita torna a far parlare di sé. Pochi mesi fa, precisamente a ottobre, il Governo aveva varato un procedimento a seguito del Consiglio dei Ministri che avrebbe di fatto abolito il Decreto Crescita nel calcio italiano. Il provvedimento sarebbe entrato in vigore a partire dal 1° gennaio e avrebbe coinvolto anche i calciatori arrivati in estate. Ora, però, le società di Serie A hanno deciso di impugnare la decisione e di votare per lo stop all’abolizione: cosa sta succedendo.
Stop all’abolizione del Decreto Crescita, la situazione
Il presidente della Lega Casini ha parlato della situazione relativa al Decreto Crescita: “Si è deciso di predisporre un documento che invieremo al Governo e che evidenzi il danno per l’abolizione e il fatto che vada a penalizzare la crescita dei giovani. Il Governo ha mandato in Parlamento uno schema di Decreto Legislativo con abolizione del beneficio dal 1° gennaio 2024, fatti salvi i contratti in essere. Oggi il tema è stato ampiamente discusso e all’unanimità i club hanno confermato la loro contrarietà verso l’abolizione di questo beneficio. Al momento sarà abolito dalla prossima sessione di mercato, i prossimi contratti al momento non potranno avere il beneficio che si è rivelato uno strumento importante. Già da 13 mesi si applica a contratti superiori al milione di euro“. Ora, dunque, sembra che la palla passi al Governo. Si dovrà decidere se dare ascolto alle società di Serie A, direttamente coinvolte nel provvedimento, o se confermare quanto fatto nel mese di ottobre. Quel che è certo è che se il Decreto Crescita dovesse essere abolito, cambieranno drasticamente le modalità di fare mercato. Non resta che attendere una risposta dal Governo: i club, intanto, attendono fiduciosi.
Ma perche’ le societa’ di calcio debono sempre elemosinare aiuti e sussidi? Non possono imparare a tenere tutte il bilancio a posto come fa Cairo con il Toro?